I trasferimenti effettuati dai club europei nel biennio 2011/2013 sono stati 14.322 per un valore di 5,1 miliardi di dollari. Sono questi i due volumi aggregati che offrono il perimetro più preciso del giro d’affari del calciomercato del Vecchio Continente, le cui dinamiche e “complicazioni” sono state analizzate in uno accurato studio predisposto da PwC e Università Liuc (ad opera di Emanuele Grasso partner PwC ed Ernesto Paolillo, ex ad dell’Inter, consulente Eca e docente presso la Liuc) e presentato stamattina all’Eca, la “Confindustria” del calcio europeo nell’assemblea di in corso a Barcellona.
Nelle stagioni 2011/12 and 2012/13, peraltro, il 66% dei trasferimenti è stato originato da operazioni intra-europee (9.511). Sorprende però la bilancia dei trasferimenti tra Europa da un lato e Sud America e Asia dall’altro lato, in quanto ben 342 giocatori si sono trasferiti dal Vecchio Continente verso campionati sudamericani e asiatici (per un controvalore netto di 135 milioni di dollari incassati). Mentre i club europei hanno pescato soprattutto dall’Africa, con un saldo di nuovi arrivi pari a 307.
In termini economici i club europei hanno fatto acquisti “interni” 4 miliardi di dollari, hanno speso 801 milioni nei paesi non-Uefa incassandone 339, con un saldo negativo quindi di 462 milioni di dollari.
Per quanto riguarda le Big Five (Premier, Bundesliga, Liga, Serie A e Ligue 1), i trasferimenti internazionali e domestici, sempre nelle due stagioni 2011/12 e 2012/13, ammontano a 5.491 per un valore totale di 4,8 miliardi di euro. Di fatto, solo 1.110 trasferimenti (20%) si sono concentrati tra i club delle Big Five, mentre 2.935 sono state le operazioni in uscita (54%) e 1.446 (26%) in entrata. I club delle Big Five hanno realizzato affari per 2,6 miliardi di euro, pagando complessivamente ai club delle altre leghe, 1,5 miliardi, incassandone 642 milioni e dunque con un deficit di 909 milioni.
Nel report PwC-Liuc si sottolinea come il totale delle spese per i trasferimenti dei club europei sia stato dal 2007 mediamente di 3 miliardi di euro all’anno incidendo sul fatturato per un percentuale tra il 28% e il 22%, in quanto, nello stesso periodo, si è avuta una crescita media dei ricavi del 5,6%. Questo incremento del fatturato è stato assorbito però da un aumento del costo del lavoro e degli ingaggi di circa l’8,5% a stagione.
Il calciomercato, in ogni caso, è uno strumento di redistribuzione delle risorse economiche dl sistema, in quanto i club di vertice, quelli delle Big Five e all’interno di queste Leghe quelli nelle prime 10 posizioni, acquistando giocatori dagli altri team, versano a questi ultimi cifre considerevoli: un miliardo di dollari (verso l’esterno) e 904 milioni di euro (verso i club minori delle 5 principali leghe).
Esiste teoricamente in quest’ottica anche un contributo di solidarietà della Fifa che dovrebbe premiare chi ha formato gli atleti (5% del transfer fee). Nelle due stagioni esaminate sono stati però effettivamente versati solo 57.9 milioni di dollari, sui 257 dovuti.
A differenza delle commissioni degli agenti che hanno raggiunto nello stesso periodo i 254 milioni di dollari, pari al
14.6% del valore degli 865 affari in cui erano presenti i procuratori (per un valore 1,7 miliardi di dollari). L’83% di queste commissioni sono state prodotte da operazioni all’interno della Uefa.