I club della Premier League hanno speso nella stagione 2012/13 una cifra record di 2,2 miliardi di euro (1,8 miliardi di sterline) per gli stipendi dei giocatori e dei rispettivi staff, stando a quanto riportato dal “The Guardian” nella periodica analisi sui bilanci. In un anno in cui i club hanno ottenuto incassi da record per 3,3 miliardi di euro (2,7 miliardi di sterline), si registra però una perdita complessiva di 354 milioni di euro (291 milioni di sterline). La stagione presa in esame è l’ultima nella quale i club hanno complessivamente incassato 4,2 miliardi di euro (3,5 miliardi di sterline) per la cessione dei diritti televisivi nel triennio 2010-13, prima dunque del nuovo accordo da 6,7 miliardi di euro (5,5 miliardi di sterline) valido per il triennio 2013-16 (circa 2,2 miliardi all’anno).
Perdite e stipendi da record. Dodici dei venti club hanno chiuso in perdita il 2012/13, con cinque club in rosso per oltre 60 milioni di euro (50 milioni di sterline): Aston Villa, Chelsea, Liverpool, Manchester City e QPR. La proporzione tra ricavi complessivi e stipendi resta la stessa del 2011-12, ovvero il 67%. Ma questo solo perché i club complessivamente hanno ottenuto ricavi maggiori, soprattutto grazie agli accordi di sponsorizzazione firmati dai top club. Alla voce stipendi, solitamente, i club non separano dal bilancio quelli dei giocatori da quelli dello staff, ma una fetta enorme di queste spese va indubbiamente ai calciatori. Il direttore sportivo più pagato nel 2012/13 è stato Nicola Cortese del Southampton, che ha guadagnato oltre due milioni di sterline, seguito da Ivan Gazidis dell’Arsenal con 1,8 milioni di sterline. In nove squadre al dirigente più pagato sono andati stipendi superiori al milione: Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester United, Norwich (per il quale c’è anche un bonus da 867mila sterline in caso di raggiungimento di obiettivi economici e salvezza), Southampton, Tottenham, West Bromwich Albion e West Ham.
Debiti in aumento. Nonostante gli introiti da record, ottenuti dalla cessione dei diritti per la trasmissione delle partite in diretta alle pay tv, dalle sponsorizzazioni e dai prezzi storicamente elevati dei biglietti, il debito netto delle società è aumentato da 2,7 miliardi a 2,9 miliardi di euro. La maggioranza dei club della Premier League fa ancora affidamento sugli investimenti dei proprietari, sia pagati in cambio di azioni (come l’investimento da un miliardo di sterline dello sceicco Mansour nel Manchester City), sia in prestito, come per Liverpool, Newcastle e West Ham. Il maggiore debito nei confronti delle banche è sulle spalle del Manchester United, che ancora paga per la scalata della famiglia Glazer nel 2005, per la quale sono stati presi in prestito 640 milioni di euro (525 milioni di sterline), rendendo il club responsabile del pagamento. Lo United nel bilancio 2012-13 mostra ancora debiti per 474 milioni di euro e ha pagato 87 milioni di euro di interessi ed altri costi finanziari. Questo ha portato ad una perdita di 11 milioni di euro, nonostante un ricavo da record di 442 milioni di euro (363 milioni di sterline).
Fair Play Finanziario, rischia il City. Questa perdita, comunque, lascia lo United in una posizione stabile per ciò che concerne il Fair Play Finanziario, rientrando nel limite di 45 milioni di euro concesso dalla Uefa nel biennio 2012-2013. È invece il Manchester City che rischia sanzioni a causa della perdita da 63 milioni di euro (52 milioni di sterline), che fa seguito peraltro a quella da 120 milioni di euro del bilancio 2011-12. Il City ha sempre sostenuto che le esenzioni della Uefa, principalmente escludendo gli stipendi dei giocatori messi sotto contratto prima del 1° giugno 2010, rendono le loro finanze conformi, e che la sponsorizzazione da 42,5 milioni di euro (35 milioni di sterline) della compagnia aerea Etihad rispetta i valori di mercato. Caso da sottolineare quello del QPR, retrocesso nonostante investimenti rilevanti su giocatori e tecnici. Gli Hoops hanno registrato una perdita di 80 milioni di euro, con un debito netto pari a 215 milioni, gran parte del quale verso il proprietario Tony Fernandes e i suoi partner. Il monte salari, 95 milioni di euro, corrisponde al 128% del totale dei ricavi del club e supera quello dell’Atletico Madrid finalista di Champions (66 milioni di euro).