L’Asia “studia” come diventare il futuro centro del calcio mondiale. Il Continente più vasto e popolato, con un territorio che va dal Bosforo all’Estremo Oriente, si candida dunque a guidare il movimento calcistico globale e si è dato appuntamento in questi giorni ad Amman in Giordania, sulle rive del Mar Morto, all’Asian Forum di Soccerex, un evento che ha coinvolto tutte le personalità, i club e le aziende principali che operano nel continente. A chiarire il senso dei lavori è stato il principe Ali Bin Al Hussein, vicepresidente di Fifa Asia: “Il futuro del calcio è qui – ha detto – qui c’è fame di pallone e tutto il mondo ci guarda con interesse, visto che tra otto anni per la seconda volta i Mondiali saranno organizzati nel nostro continente”. Il tutto senza contare che l’India esordirà sulla scena internazionale e ospiterà il Mondiale Under 17 nel 2017 e che Dubai avrà l’Expo 2020.
Delle opportunità che l’Asia offre per le aziende e i club occidentali, ha parlato Paul Rogers, capo dello sviluppo dell’internazionalizzazione del Liverpool: “Crediamo fortemente che il processo di internazionalizzazione possa portare vantaggi non solo economici per i club ma soprattutto a livello culturale”.
Oltre a club e società di Spagna, Turchia e Inghilterra, ad Amman per l’Italia è stata invitata a presentare il proprio punto di vista Gea World, società che oggi si occupa principalmente di marketing e strategie di internazionalizzazione e valorizzazione del brand. “Senza marketing non cʼè competitività – ha spiegato il direttore generale Carlo Oggero -. I tifosi italiani si scordino che la loro squadra possa essere protagonista e vincere una coppa Europea per i prossimi dieci anni. LʼItalia sarà competitiva solo se i club e la Lega si muoveranno adesso verso la direzione dellʼaumento dei ricavi con investimenti nel marketing internazionale e con un presidio del territorio ed esportazione del nostro know- how come fanno la Bundesliga e le società di Premier League”. Sulla stessa linea si è espresso l’azionista Riccardo Calleri che ha sottolineato come sia cambiato il mestiere di procuratore e di come, a parte i tre club finanziati da magnati, solo i club che ormai sono brand globali come Real Madrid, Manchester United, Bayern e Barcellona possano permettersi i migliori giocatori: “Fin quando non lo faranno anche le società italiane con conseguente aumento dei ricavi, sarà impossibile vedere i Cristiano Ronaldo o i Messi nel nostro campionato”.