Forbes, due team italiani tra i cinquanta brand di maggior valore al mondo: Milan unica squadra della Serie A

Tra i cinquanta team sportivi più ricchi al mondo ci sono solo due brand italiani: la Ferrari che si piazza al 22° posto, la cui scuderia di Formula 1 è stata valutata 1,2 miliardi di dollari, e il Milan, all’ultimo posto con “solo” 856 milioni. La classifica, elaborata da Forbes, vede il dominio delle squadre statunitensi con 41 team su 50, divise tra football americano (che ha 30 squadre in graduatoria), basket, baseball e hockey.

Un dominio evidente che mette in risalto il gap tra le organizzazioni sportive del vecchio continente e quelle a stelle e strisce. Una distanza che però non riguarda le prime tre classificate, tutte europee e tutte squadre di calcio. Si tratta infatti del Real Madrid, al primo posto con un valore di 3,44 miliardi di dollari, seguito dal Barcellona il cui marchio vale 3,2 miliardi ed infine il Manchester United che chiude il podio con 2,81 miliardi, e il cui brand appare sempre più in ascesa considerando le ultime due partnership con cui si è legato a Chevrolet prima e ad Adidas poi.

Dietro le due spagnole e il Manchester United ci sono invece i New York Yankees, la prima squadra non calcistica col maggiore valore al mondo, 2,5 miliardi di dollari. Sempre di New York la prima squadra di basket, al tredicesimo posto: sono i Knicks il cui valore tocca quota 1,4 miliardi di dollari. Il valore medio dei team in classifica è di 1,34 miliardi di dollari, l’8% in più rispetto allo scorso anno. Tra queste, 38 squadre superano il miliardo di dollari di valore. Solo tre anni fa non c’erano brand che superavano i 2 miliardi: adesso ce ne sono sei.

Di seguito, la grafica sui primi cinquanta team più ricchi al mondo:

forbes

  • agostino ghiglione |

    Dotte argomentazioni quelle di Michele ma nel caso del Milan,per esempio, si era parlato di una possibile cessione al valore proprio indicato da Forbes.Quindi i dati di Forbes saranno pure campati in aria però ci “azzeccano”.Ho citato il Milan perchè lo stesso proprietario ha smentito l’interesse a vendere non il valore “stimato” del suo bene!

  • agostino ghiglione |

    Dotte argomentazioni quelle di Michele ma nel caso del Milan,per esempio, si era parlato di una possibile cessione al valore proprio indicato da Forbes.Quindi i dati di Forbes saranno pure campati in aria però ci “azzeccano”.Ho citato il Milan perchè lo stesso proprietario ha smentito l’interesse a vendere non il valore “stimato” del suo bene!

  • agostino ghiglione |

    Dotte argomentazioni quelle di Michele ma nel caso del Milan,per esempio, si era parlato di una possibile cessione al valore proprio indicato da Forbes.Quindi i dati di Forbes saranno pure campati in aria però ci “azzeccano”.Ho citato il Milan perchè lo stesso proprietario ha smentito l’interesse a vendere non il valore “stimato” del suo bene!

  • Michele |

    Queste valutazioni su che basi vengono effettuate?
    1. non appaiono basate su multipli da indicatori statici di bilancio quali Ebidta, Ebit, etc
    2. ne attraverso attualizzazione di flussi, utili, EVA o similari
    3. ne tramite comparables su transazioni societarie storicizzate
    4. ne infine su confronti con società quotate su mecati ufficiali (es: Roma) le quali, sembrerebbe, siano quelle che ne escono piu’ penalizzate rispetto ad un presunto valore del’azienda

    Cio’ premesso, come per tutte le statistiche pubblicate su quella rivista, questi numeri lasciano trasparire comprensibili dubbi.

    Direi che hanno lo stesso “valore” dei presunti tesoretti tanto citati nelle trasmissioni televise e sui media dove ho sentito (letto) piu’ volte confondere debito finanziario, flussi di cassa, risultato economico, quote di ammortamento etc. etc.
    Tanto per capirci avere un saldo di cassa positivo di 10 mil. ad un certa data non significa avere la possibilità di spendere quei 10 milioni sul mercato.
    Se invece ho 200 milioni di linee stand bay contattualizzate posso staccare un assegno da 200 milioni senza battere ciglio.
    Poi, ovviamente, avere o meno la capacità di rimborso di quel debito è un altra storia.

    Prima di quantificare la capacità di spesa di una società (che è cosa diversa dalla volontà o meno di spendere) forse sarebbe opportuno valutare elementi basilari quali ad esempio la capacità di accedere al mercato finanziario su basi contrattualizzate certe. Vedere, a titolo di esempio, le linee fiduciarie di alcuni club italiani che spiegano perchè possono spendere senza avere un € in cassa mentre altri che hanno saldi “avere” importanti sui propri conti non possono spenderli
    Cordialmente
    Michele

  • Michele |

    Queste valutazioni su che basi vengono effettuate?
    1. non appaiono basate su multipli da indicatori statici di bilancio quali Ebidta, Ebit, etc
    2. ne attraverso attualizzazione di flussi, utili, EVA o similari
    3. ne tramite comparables su transazioni societarie storicizzate
    4. ne infine su confronti con società quotate su mecati ufficiali (es: Roma) le quali, sembrerebbe, siano quelle che ne escono piu’ penalizzate rispetto ad un presunto valore del’azienda

    Cio’ premesso, come per tutte le statistiche pubblicate su quella rivista, questi numeri lasciano trasparire comprensibili dubbi.

    Direi che hanno lo stesso “valore” dei presunti tesoretti tanto citati nelle trasmissioni televise e sui media dove ho sentito (letto) piu’ volte confondere debito finanziario, flussi di cassa, risultato economico, quote di ammortamento etc. etc.
    Tanto per capirci avere un saldo di cassa positivo di 10 mil. ad un certa data non significa avere la possibilità di spendere quei 10 milioni sul mercato.
    Se invece ho 200 milioni di linee stand bay contattualizzate posso staccare un assegno da 200 milioni senza battere ciglio.
    Poi, ovviamente, avere o meno la capacità di rimborso di quel debito è un altra storia.

    Prima di quantificare la capacità di spesa di una società (che è cosa diversa dalla volontà o meno di spendere) forse sarebbe opportuno valutare elementi basilari quali ad esempio la capacità di accedere al mercato finanziario su basi contrattualizzate certe. Vedere, a titolo di esempio, le linee fiduciarie di alcuni club italiani che spiegano perchè possono spendere senza avere un € in cassa mentre altri che hanno saldi “avere” importanti sui propri conti non possono spenderli
    Cordialmente
    Michele

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