Milano-Roma: tra finale Champions 2016 ed Euro 2020 “piccoli” segnali di risveglio del sistema Italia

La settimana che è appena trascorsa ha dato all’Italia due risultati di prestigio per ciò che riguarda gli impianti sportivi. Milano ha ottenuto l’assegnazione della finale di Champions League 2016, mentre Roma – come pronosticabile – è entrata nel novero delle tredici città selezionate per ospitare l’Europeo 2020, nella innovativa versione “itinerante” proposta dal presidente della Uefa, Michel Platini. Unica italiana candidata, la Capitale ospiterà allo stadio Olimpico (destinato a diventare il Wembley italiano) tre partite della fase a gironi (di cui due dell’Italia, se dovesse qualificarsi) e un quarto di finale. Il dossier italiano è stato coordinato dal precedente vice-Presidente Federale Demetrio Albertini e curato direttamente da un gruppo di lavoro interno alla Figc e coordinato da Giovanni Spitaleri e Niccolò Donna.
La notizia è un buon auspicio per il nuovo Direttore Generale della Figc, Michele Uva: “E’ un grande risultato aver ottenuto quattro partite dell’Europeo del 2020, anche perché ci permette di pianificare una serie di attività sull’impiantistica sportiva e sulla sicurezza. Bisogna spingere affinché si cominci ad investire nella riqualificazione degli stadi perché è un punto cruciale della catena. E’ necessario facilitare l’acquisto dei biglietti e l’accesso allo stadio, ma i processi e i progetti vanno studiati nella loro completezza. Bisogna stilare un cronoprogramma su come agire. All’interno del sistema, dove mi auguro che tutte le frizioni pre-elettorali siano terminate, spero che cominci un dialogo proficuo”.
Le candidature previste erano di una sola città per nazione: dodici città (tra cui Roma) sono state selezionate nel Pacchetto standard per ospitare tre partite della fase a girone e una partita tra gli ottavi e i quarti di finale. Una tredicesima città, Londra, è stata infine selezionata nel Pacchetto finali, e ospiterà le semifinali e la finale. Le capienze richieste sono: 70 mila posti a sedere per il Pacchetto finali, 60 mila posti per un quarto di finale e 50 mila posti per ottavi di finale e fase a gironi. Due le eccezioni massime previste (solo una, in realtà, quella effettuata), e per stadi non inferiori ai 30 mila posti. Tra gli stadi prescelti ci sono due stadi in costruzione (Olympic Stadium di Baku e New Zenit Stadium di San Pietroburgo) e tre impianti su cui verranno effettuati lavori di ampliamento (Allianz Arena di Monaco, Ferenc Puskas Stadium di Budapest e Amsterdam Arena di Amsterdam).
La scelta delle candidate si è svolta in una votazione in quattro fasi: nella prima si è scelta la città del Pacchetto finali, con Londra e il suo Wembley Stadium che hanno vinto per acclamazione su Monaco di Baviera. I tedeschi hanno accettato di “ritirarsi” in cambio dell’appoggio di Londra per la candidatura ad ospitare l’edizione di Euro 2024. La città tedesca, ad ogni modo, è risultata essere la più votata nella seconda fase, in cui sono state scelte le città ospitanti dei quarti di finale e di tre sfide della fase a gironi: Monaco prima con 38 voti, seguita da Baku (37), San Pietroburgo (29) e Roma (20). La terza fase ha visto la scelta di una città proveniente da una zona geografica non ancora prescelta per ospitare una sfida degli ottavi di finale: la scelta è caduta su Copenaghen per l’area scandinava (13-3 su Stoccolma) e Bucarest per l’area centro-orientale (12-3 su Budapest). Nell’ultima fase, infine, sono state scelte le ultime sei città ospitanti tra le otto rimaste. La scelta è caduta su Amsterdam, Dublino, Bilbao, Budapest, Bruxelles e Glasgow. Stoccolma e Cardiff non hanno superato il taglio.