Nella sempre più accesa competizione tra broadcaster tradizionali, giganti delle telecomunicazioni e tv pubbliche, in lotta per conquistare fette di mercato e il “tempo” dei propri clienti, il calcio è diventato l’arma fondamentale. Quello che sta accadendo in queste settimane, a seguito della dura contrapposizione fra pay-tv e operatori tlc, fra Gran Bretagna, Italia e Spagna è solo l’anticipo della rivoluzione cui assisteremo da qui a poco, quando il “terminale” attraverso cui seguire gli eventi sportivi sarà sempre più fungibile rispetto al canonico televisore (i telefonini di nuova generazione saranno per i tifosi come le antiche radioline), mentre sarà fondamentale detenere il controllo delle reti (leggi antenne e frequenze) e soprattutto dei prodotti. Il football, in questa prospettiva, per la sua naturale vocazione globale, è il “driver” essenziale per lo sviluppo di business legati alla fruizione dei contenuti video, nonché per l’innovazione tecnologica a ciò connessa.
In Italia, Mediaset ha così deciso di trasmettere i match della Juventus in Champions solo a pagamento nella fase a gironi e probabilmente anche negli ottavi e quarti (eventuali semifinali e finali di team italiani devono essere in chiaro). La tv del Biscione rinuncia a remunerativi contratti pubblicitari derivanti dallo spostamento delle gare dei bianconeri su Canale 5 (su cui si alterneranno Roma e Lazio in caso di qualificazione), ma ritiene che solo in questo modo si possa far fruttare l’esclusiva sulla competizione per il triennio 2015/18 strappata a Sky con un’offerta di circa 700 milioni. L’obiettivo è togliere alla tv di Murdoch 500mila nuovi abbonati in due anni, anche valorizzando le dirette delle principali 8 squadre di Serie A, i diritti di archivio in esclusiva di 15 club (immagini dopo l’ottavo giorno dell’evento, allenamenti e conferenze stampa) e quelli “accessori” del campionato (telecamere negli spogliatoi, interviste, eccetera).
In Inghilterra la Champions league dal 2015 al 2018 sarà trasmessa da British Telecom che ha vinto il bando a discapito di Bskyb con un’offerta da quasi un miliardo di euro. Bt Sport vende il pacchetto Champions in abbinata con l’abbonamento alla connessione Internet casalinga (a quasi 40 euro), includendovi 38 partite in esclusiva della Premier League (quelle del sabato alle 12.45 ora inglese) oltre alle esclusive del campionato italiano di serie A, della Bundesliga, del campionato scozzese. È dunque possibile assistere al match, sia in tv che in streaming, usufruendo di una serie di servizi aggiuntivi: si possono visualizzare live le formazioni, la posizione dei giocatori, le loro statistiche (chilometri percorsi, velocità massima, eccetera), i goal segnati sugli altri campi, e altro ancora, senza perdersi un minuto della partita principale.
In Spagna la televisione pubblica TVE ha ottenuto i diritti addizionali per trasmettere le partite della Liga e della Copa del Rey in chiaro. Non si tratta di un sistema come quello in vigore in Argentina dove dal 2009 è stato lanciato il programma “Fútbol para Todos” per la trasmissione in diretta e gratuita delle gare della Primera División, della Primera B Nacional e delle semifinali e finali delle Coppe Libertadores e Sudamericana sulla tv di Stato. L’emittente spagnola manderà in onda solo una partita di campionato e una partita della coppa nazionale a settimana, mentre TVE non verrà concesso di trasmettere i match di Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Siviglia e Valencia, ovvero le squadre spagnole partecipanti alle coppe europee. Il primo appuntamento con la diretta su TVE è il prossimo 22 agosto, con la sfida della prima giornata di campionato tra Deportivo La Coruña e Real Sociedad.