Un calcio alla tassa sui procuratori (prelievo di fatto mai applicato)

Abolita la cosiddetta tassa sui procuratori. Tra  gli emendamenti alla legge di Stabilità spunta anche la cancellazione del prelievo  sugli agenti dei calciatori introdotto con la manovra per il 2014 e di fatto mai applicato.
Nel dicembre di due anni fa, infatti, si era tentato di sanare le liti sul trattamento delle somme versate ai procuratori nate tra società di calcio e basket e l’amministrazione finanziaria. Quest’ultima contestava  che il 50% delle somme pagate ai procuratori fosse in realtà un fringe benefit (e quindi dovesse andare nella busta paga dell’atleta con l’aliquota Irpef massima) oppure che la società potesse dedurre solo il 50% (e non il 100%) del costo sostenuto. In Italia  sono le società, per prassi, ad accollarsi tutte le spese dell’intermediazione. I soldi che il club paga al procuratore sono considerati come costi “inerenti” alla gestione aziendale e quindi vengono dedotti al 100 per cento. Quindi, pagando una quota dell’ingaggio concordato con l’atleta non direttamente a quest’ultimo sotto forma di stipendio, bensì come corrispettivo al suo procuratore, la società risparmia una quota supplementare di imposte. Nel 2013 era stato così previsto un prelievo “automatico” presumendosi che il 15% dei compensi versati dai club agli agenti dei calciatori rappresentasse una parte dello stipendio di questi ultimi e quindi applicando su queste somme l’aliquota Irpef più alta. In questo modo, la società poteva continuare a dedurre l’85%, a meno che l’atleta non provasse di aver pagato lui il 15 cento. Un  sistema complesso destinato a scomparire.