Perde di giorno in giorno consistenza l’offerta per il Bari del gruppo cinese Winston annunciata poco prima di Natale. Ieri, ha messo le mani avanti Leo Volpicella, advisor del gruppo orientale: “Ribadisco che se il gruppo Winston non riuscirà ad acquisire la Fc Bari non sarà certo per la mancanza di capacità finanziaria ma solo per normali dinamiche di mercato. Ribadisco la stima professionale nei confronti della Banca Popolare di Bari, che è attualmente il mio unico e solo referente stante i nostri ruoli di advisor delle parti”. Sulle indiscrezioni circa la possibile chiusura della trattativa, pubblicate dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Volpicella, ex segretario generale della Fiera del Levante, è stato tranchant: “Cosa dovrei rispondere a chi scrive che io avrei violato il patto di riservatezza per aver svelato i dati del bilancio di Fc Bari al 30 giugno 2015 che ogni cittadino può consultare recandosi semplicemente presso la Camera di Commercio?”.
Dai vertici del Bari, peraltro, arriva a Calcio & business la conferma che non ci sia tuttora “nulla di concreto”. Dal canto suo, il presidente del club Gianluca Paparesta si è da sempre mostrato prudente sull’opzione cinese. “Possono anche essere gli emissari dell’emiro del Qatar – aveva replicato a dicembre alla proposta formulata a mezzo stampa dai potenziali compratori – ma se non tirano fuori i soldi non si fa niente. C’è una banca che è il nostro advisor pronta a fornire tutti i dati necessari, ma se non viene formulata un’offerta e non si forniscono le necessarie garanzie non si va da nessuna parte. Giancaspro ha messo i soldi e ha preso il 5% del Bari, se vorrà andare oltre può. Basta pagare e acquisteranno il club”.
Poco prima di Natale, al Parco dei Principi, hotel del capoluogo pugliese Bari, si era presentato con queste parole l’emissario Erman Cheng: “Sono un uomo d’affari, vengo da Shanghai. Faccio parte del Winston Group, società con sedi a Shanghai e negli Stati Uniti e un giro d’affari di circa 20 miliardi di dollari. Sono a Bari per un programma d’investimenti in cui rientra prioritariamente anche il Bari. Questa città è da sempre una porta d’ingresso per l’Europa”. Cheng aveva anche annunciato la creazione “di un fondo di investimento” a tale scopo. “Sono venuto – ha aggiunto – per iniziare un piano di investimenti che vede come primo progetto quello di acquisire il Bari. Non una quota minoritaria, ma almeno il 60%, per avere un reale potere decisionale. Bari è una società con potenzialità straordinarie. Se dovessi diventare proprietario o azionista di riferimento del club, potrei aumentarne la capacità reddituale e garantire ampia visibilità della società nel mercato asiatico”.
Nelle scorse settimane si era anche diffusa la voce che la Winston Group Capital International di Shanghai aveva consegnato una lettera di garanzia alla Banca Popolare di Bari, contenente una sorta di disponibilità finanziaria fino a 125 milioni rilasciata da Standard Chartered Bank (banca che sponsorizza il Liverpool). Ovvero che avrebbe aperto un conto corrente presso la stessa banca con un versamento iniziale di 2,5 milioni di euro come pegno per l’accesso alle documentazioni contabili del Bari.
Di passi avanti però non ce ne sono stati, come detto. O perlomeno nulla di tangibile. Anzi lo scetticismo sulla fondatezza dell’offerta e la credibilità del signor Cheng crescono in città e soprattutto presso la dirigenza del Bari, impegnata a salvare la società con una faticosa rincorsa alla Serie A o a partner credibili.