Palermo verso la D, i giocatori attaccano Arkus: “Stipendi mai pagati”

Mentre a Palermo il sindaco Orlando si è già mosso per individuare un soggetto pronto a far ripartire il calcio in città dalla Serie D, l’attuale società rimane in vita (almeno fino al 5 luglio, giorno in cui si terrà l’assemblea dei soci) e la proprietà torna a farsi sentire con un video di accuse nel quale si annuncia l’accordo con i bulgari di Lev Ins per la fideiussione da 800 mila euro. Una garanzia che andava depositata lunedì e che invece deve ancora essere fisicamente consegnata alla Lega B, pur fuori tempo massimo, perché al momento (stando a quanto ammesso da Tuttolomondo) i proprietari del Palermo hanno in mano solo una bozza. In ogni caso, il termine perentorio del 24 giugno è ormai scaduto da un pezzo e le parole del presidente Figc Gravina non lasciano spazio ad interpretazioni: «Non è arrivata nessuna proprietà, non avevamo ancora autorizzato nulla. Le nuove norme sono molto severe, avendo intuito quelle che potevano essere le qualità di alcuni personaggi, abbiamo dato la possibilità di agire solo a livello civile. Credo che la black list si arricchirà di nuovi soggetti a rischio».

A queste accuse fanno seguito quelle dei giocatori del Palermo, da giorni a stretto contatto con l’Aic per valutare possibili azioni legali nel tentativo di avere saldate le mensilità di marzo, aprile e maggio. Stipendi che il club rosanero avrebbe dovuto versare per essere in regola in vista dell’iscrizione, ma i bonifici non sono mai partiti: «Da oggi noi giocatori useremo ogni sede opportuna per tutelarci e per ricevere ciò che è nel nostro diritto – recita una nota dei calciatori del Palermo – pronti a combattere per portare avanti anche una battaglia etica per cui tutte le persone che entrano nel mondo del calcio, non possano più permettersi di giocare con le vite di tante famiglie. Faremo in modo che Arkus network e i soggetti ad essa legati non possano più in futuro avere la possibilità di far rivivere ciò che stiamo passando noi ad altre persone, che siano essi sportivi, vacanzieri o persone comuni. A seguito degli eventi incresciosi e non edificanti posti in essere dalla proprietà e dai dirigenti del Palermo Calcio negli ultimi giorni, durante i quali si è illuso un’intera città, ferendo una splendida tifoseria e la passione che hanno i palermitani per la squadra della loro città, noi calciatori del Palermo vogliamo dimostrare la nostra vicinanza nei confronti di tutti i dipendenti che hanno dato l’anima per la propria squadra e che da oggi si ritrovano senza un lavoro. Dipendenti amministrativi, magazzinieri, giardinieri ed ogni persona che ha permesso al Palermo calcio di esistere. Nella giornata di oggi nemmeno a noi giocatori è stato riconosciuto il diritto al lavoro, il pagamento dei nostri stipendi è saltato e i bonifici mai arrivati; il tutto corredato da conferenze stampa dove sono stati esibiti documenti che poi non hanno trovato riscontro nei fatti e durante le quali chi ha messo in piedi questa situazione ha perso definitivamente la propria credibilità. Due mesi di promesse mai mantenute e di obiettivi programmatici mai raggiunti».

Uno scenario che, per il Palermo, sembra non lasciare molte speranze. Il consiglio di amministrazione riunitosi ieri, con il solo presidente Albanese presente fisicamente in Sicilia, si è concluso senza avere alcuna evidenza dei pagamenti annunciati: «Non ci è stata fornita la verifica documentale dei versamenti necessari», ha ammesso Albanese al termine della riunione, che ha portato alla convocazione dei soci per il prossimo 5 luglio. Nella stessa data, si terrà l’udienza per la richiesta di commissariamento del Palermo avanzata dalla Procura federale, che ha portato alla nomina di un curatore speciale. Quel giorno, però, potrebbe segnare la fine dell’U.S. Città di Palermo. Anche perché il giorno prima arriverà il parere della Covisoc, che allo stato attuale delle cose (senza stipendi, senza fideiussione e con parte dei ripianamenti effettuati tramite compensazione di crediti) non potrà dare un verdetto diverso dall’esclusione dai campionati professionistici. Se il Palermo dovesse fare ricorso, la vicenda si protrarrà fino al 12 luglio. Altrimenti già tra una settimana, il sindaco Orlando potrà indicare il nuovo soggetto calcistico della città.

Dario Mirri, imprenditore palermitano impegnatosi a febbraio con 2,8 milioni di euro per la gestione quadriennale della pubblicità, è uno dei soggetti già consultati dal primo cittadino. Oltre a lui, ha avanzato una manifestazione di interesse anche Ferrero, patron della Sampdoria, che potrebbe seguire le orme di Lotito e De Laurentiis nel tentativo di rilevare una seconda società. Orlando ha però annunciato di aver ricevuto diversi messaggi, anche da gruppi esteri (citando un emissario di Hong Kong) interessati a far ripartire il Palermo dalla Serie D. Per farlo, però, bisognerà attendere l’effettiva esclusione dalla Serie B.