Il miracolo della Siria, una nazionale esiliata che sogna il Mondiale 2022

La corsa al Mondiale del 2022, in Asia, è cominciata già da giugno. A cinque mesi dall’avvio delle qualificazioni, c’è già chi tocca con mano la possibilità di prendere parte alla competizione per la prima volta nella propria storia. È il caso della Siria, che nel proprio girone è a cinque punti di vantaggio dalla Filippine e dalla Cina, battuta nell’ultimo scontro diretto causando le dimissioni di Marcello Lippi dal ruolo di commissario tecnico. Quello dei siriani è un autentico miracolo, dato che la nazionale gioca in esilio dal proprio paese, martoriato dalla guerra, ma parzialmente alleviato dai risultati calcistici di una selezione che non scende in campo tra le mura amiche da ormai otto anni.

La Siria gioca le proprie gare casalinghe all’Al Maktoum Stadium di Dubai, ma in precedenza si è alternata tra Oman e Malesia, evitando di giocare in patria perché i principali impianti calcistici della Siria ormai sono diventati magazzini militari, in particolare per l’artiglieria. Difficoltà che si sommano ad altre criticità, tra cui quella più tragica: sono oltre quaranta i calciatori siriani assassinati dal regime di Assad e altri sono caduti al fronte, fra i quali il portiere della nazionale Abdul Baset Al-Sarout che era diventato un leader dei ribelli. In precedenza Jihad Qassab era stato arrestato prima di scomparire nel nulla. Per evitare di fare la sua fine più di duecento calciatori sono fuggiti all’estero. È il caso di Omar Khribin, 25enne talento dell’Al Hilal saudita, e di suo cugino Osama Omari, 27enne idolo dei tifosi che fino a un anno fa ha resistito in patria (anche perché era stato arruolato) ma poi ha scelto il Qatar. Nell’Al Hilal gioca anche Omar Al Somah, autore di due gol all’Australia nei playoff mondiali, che fino al 2017 aveva rifiutato le convocazioni chiedendo, per accettarle, la fine dei bombardamenti sulla sua città, Deir ez-Zor che era occupata dall’Isis.

Dopo aver perso per soli due punti l’accesso al Mondiale di Russia del 2018, la Siria ci sta dunque riprovando per la kermesse del 2022, che si svolgerà in Qatar. “Cerchiamo di regalare un po’ di gioia al nostro popolo – sono le parole del c.t. Khribin – e questo ci motiva molto”.