Il “re delle multiproprietà” continua a perdere pezzi. Roland Duchatelet, imprenditore belga che ha controllato fino a pochi anni fa ben sei società in giro per l’Europa, è rimasto con soli due club in mano. Nella giornata di giovedì è stata ufficializzata la cessione del Charlton Athletic (attualmente diciannovesimo in Championship) al gruppo East Street Investment, capitanato dal businessman emiratino Tahnoon Nimer. Gli inglesi trovano dunque finanziamenti da Abu Dhabi per risollevarsi da una situazione critica, mentre Duchatelet rimane proprietario solamente degli ungheresi dell’Ujpest e dei tedeschi del Carl Zeiss Jena, a seguito di una serie di cessioni che vanno avanti dal 2015.
Lo Standard Liegi è stato il primo club ceduto da Duchatelet, a seguito di feroci proteste da parte della tifoseria, che ha sempre mostrato il proprio malessere dinanzi ai molteplici interessi del proprietario, anche in altre società del Belgio. “Resterò nel calcio, ma non in quello belga”, aveva dichiarato Duchatelet ufficializzando la cessione delle quote all’italiano Bruno Venanzi, per una cifra stimata attorno ai trenta milioni di euro. In realtà è rimasto fino al 2017 anche il proprietario del Sint-Truiden, sempre in Belgio, seppur formalmente controllato dalla moglie una volta acquisite le quote dello Standard. Pochi mesi fa ha ceduto anche l’Alcorcon, club militante nella Segunda Division spagnola, chiudendo il cerchio in avvio di 2020 con la vendita del Charlton.
Da sei club a due. Una riduzione drastica degli investimenti, da parte del recordman delle multiproprietà nel calcio europeo, che riflette anche la difficoltà nel sostenere economicamente tutte queste realtà in diverse nazioni. L’unica società nella quale risulta essere azionista di maggioranza è il Carl Zeiss Jena, società militante nella terza serie tedesca, controllata attraverso la Staprix NV (società che deteneva le quote del Charlton fino a pochi giorni fa). In Ungheria, invece, l’Ujpest è in mano al figlio Roderick.