Coronavirus, la Corea del Sud torna in campo: K-League al via a porte chiuse

Il primo esempio di ripartenza nel calcio in piena pandemia da Covid-19 lo ha dato la Corea del Sud, che ieri ha nuovamente rivisto in campo le squadre della K-League. Non un campionato da terminare, come nel caso di quelli europei (con la Bundesliga che ripartirà il 16 maggio), ma un torneo da iniziare. Il calendario avrebbe previsto il via lo scorso 29 febbraio ma l’emergenza sanitaria ha costretto i vertici del principale campionato sudcoreano a posticipare il tutto. Dopo quasi due mesi e mezzo, con tutte le accortezze del caso, il pallone è tornato nuovamente a rotolare in Corea del Sud, rigorosamente a porte chiuse.

La prima partita, giocata tra Jeonbuk e Suwon Bluewings (vinta dai padroni di casa per 1-0 con la rete del 41enne Lee Dong- gook) è stata caratterizzata dagli spalti vuoti e da una serie di messaggi benauguranti presenti sulle tribune: “Ci vediamo presto, siate forti”. Senza tifosi presenti, sono stati registrati alcuni cori, trasmessi durante la partita. Sul terreno di gioco, invece, sono stati limitati al minimo i contatti. Niente abbracci e strette di mano (anche se qualche pacca per esultare al gol vittoria c’è stata), con i calciatori i panchina muniti di mascherina.

Oggi la K-League proseguirà con altre tre partite per poi completare il programma domenica con altri due incontri. Trasmessa in 36 paesi (Germania e Gran Bretagna, ad esempio, hanno acquisito i diritti di trasmissione per rispondere alla richiesta di calcio giocato degli appassionati), la K-League ha mandato in onda la diretta in streaming della prima partita stagionale sul proprio account di Twitter, senza limitazioni geografiche per seguire la sfida tra Jeonbuk e Suwon Bluewings.