La pandemia di Covid-19 causerà nel calcio europeo mancati ricavi per quasi 4 miliardi di euro. È quanto si aspetta l’Eca, l’associazioe dei club europei, stando allo studio pubblicato dallo stesso organo delle società calcistiche del vecchio continente. Per tutte le 55 federazioni prese in esame, la stima dei mancati introiti per i club riguarda sia la stagione in corso che quella successiva, escludendo ovviamente plusvalenze ed eventuali operazioni di mercato. In totale, il “buco” causato dall’emergenza Coronavirus dovrebbe aggirarsi sui 3,6 miliardi di euro.
La stagione 2019/20, nelle previsioni dell’Eca, dovrebbe chiudersi con 18,1 miliardi di ricavi operativi per i club di tutta Europa, circa 1,5 miliardi in meno rispetto a quanto previsto senza la crisi dovuta alla pandemia. Crisi destinata d incidere maggiormente sui conti del calcio europeo nella prossima stagione, in cui si dovrebbe passare dai possibili 20,5 miliardi di ricavi a 18,4 miliardi, escluso il player trading. Al -1,5 miliardi della stagione in corso, dunque, si aggiungono altri 2,1 miliardi di mancati ricavi, sempre a causa dell’emergenza sanitaria che ha coinvolto l’intero pianeta.
L’impatto maggiore, chiaramente, lo si vedrà sui ricavi dal botteghino. Se per la stagione 2019/20 il tracollo sarà minimo (2,5 miliardi contro una stima di 2,9 miliardi), in quella successiva gli introiti dalla biglietteria potrebbero assottigliarsi ulteriormente, tanto più senza una veloce riapertura degli impianti agli spettatori. Dai possibili 3 miliardi di ricavi, infatti, la previsione è di 1,9 miliardi. In totale, dunque, tra biglietti e abbonamenti il calcio europeo rischia di dover rinunciare a 1,5 miliardi di euro. Questo a prescindere dalla ripresa dei campionati, dato che le squadre sono tornate in campo senza tifosi sugli spalti. Nonostante ciò, anche i ricavi televisivi rischiano di subire il contraccolpo della pandemia.
Per Andrea Agnelli, presidente dell’Eca e della Juventus, l’emergenza sanitaria è una “reale minaccia esistenziale” per l’industria calcistica. Per il CEO dell’associazione, Charlie Marshall, “è già uno shock sismico”, motivo per cui “i club e coloro che li rappresentano devono continuare a sviluppare misure di riduzione dei costi per adattarsi nel tempo al mantenimento dell’equilibrio economico”. Sarà fondamentale, inoltre, vedere come si comporteranno le società europee in sede di campagna acquisti: “La prossima sessione di mercato – conclude Marshall – ci darà le indicazioni sullo stato di salute del calcio, ma bisognerebbe prenderci del tempo ora per esaminare le strutture fondamentali dei costi operativi. L’impatto economico non si ferma con la ripresa delle partite. Piuttosto, continuerà nella prossima stagione e dobbiamo adottare misure utili per creare un’industria calcistica più sostenibile nel lungo periodo”.