Juventus, effetto Covid-19 sui conti: ricavi in calo e perdite per 71,4 milioni

Terzo rosso consecutivo per la Juventus, che ha approvato il progetto di bilancio al 30 giugno 2020 con una perdita di 71,4 milioni di euro. Una perdita che sarà coperta mediante utilizzo della riserva da sovrapprezzo azioni, sulla quale non influisce ancora la minusvalenza che verrà registrata per il trasferimento di Higuain all’Inter Miami. Il 15 ottobre è convocata l’assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio, che vede la casse bianconere perdere 48 milioni di ricavi nel giro di un anno. Dai 621,4 milioni del 2019 ai 573,4 milioni dell’ultimo anno, in calo dell’8%. Colpa del Covid-19 e delle misure restrittive adottate per contenere la pandemia, con conseguente chiusura degli stadi al pubblico. Il risultato negativo (peggiorato di 31,5 milioni quello dell’esercizio precedente) deriva inoltre da maggiori oneri sulla gestione dei diritti dei calciatori, con maggiori ammortamenti e svalutazioni.

Diritti tv e botteghino sono le prime voci a pagare lo scotto della pandemia. I ricavi da gare crollano da 70,7 a 49,2 milioni di euro, complice la necessità di dover giocare a porte chiuse per praticamente un quarto della stagione. Il cammino interrotto agli ottavi di finale in Champions League, invece, ha portato ad un crollo da oltre 40 milioni di euro per quanto riguarda i proventi media, pari a 166,4 milioni. Al ribasso anche il merchandising (da 44 a 31,7 milioni), mentre invertono il trend le sponsorizzazioni e le cessioni dei calciatori. I nuovi contratti con Jeep e Allianz, oltre alla nascita della filiale di Hong Kong, hanno portato i ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità a quota 129,6 milioni (contro i 108,8 milioni di un anno fa). Sul mercato, invece, le plusvalenze nette ammontano a 166,6 milioni, a cui aggiungere i circa 900 mila euro derivanti dalle cessioni temporanee.

Diminuiscono anche i costi operativi, passati da 458,5 a 414,1 milioni di euro, con i soli oneri da gestione dei diritti dei calciatori in aumento: al 30 giugno 2020 questa voce chiama 31,1 milioni di euro, contro i 15,5 milioni di un anno fa. Un costo praticamente raddoppiato, mentre per quanto riguarda il personale tesserato si passa dai 301,3 milioni del 2019 agli attuali 259,3 milioni di euro. Una discrepanza di 42 milioni, ma in tal senso va ricordato come a marzo la Juventus abbia raggiunto un accordo con i propri tesserati per tagliare circa 90 milioni di massa salariale dalla stagione 2019/20, con la facoltà di rivalutare l’entità dei tagli una volta ripresa la stagione conclusa sul campo con la conferma del titolo di campione d’Italia. Un titolo che non è bastato a confermare sulla panchina bianconera il tecnico Maurizio Sarri, al cui posto è subentrato l’esordiente Andrea Pirlo.

Le previsioni per il futuro, in casa Juventus, non sono comunque rosee. L’esercizio 2020/21 è infatti previsto in perdita, vista anche l’incertezza dovuta al perdurare della crisi economica legata a doppio filo a quella sanitaria. Il management ha comunque tenuto in considerazione il fatto che la società sia in grado di far fronte ai propri impegni finanziari sia mediante la liquidità ottenuta con finanziamenti a medio termine, sia utilizzando gli affidamenti bancari disponibili. La stessa Juventus, però, non esclude sacrifici sul mercato per poter far quadrare i conti nell’immediato futuro: nel progetto di bilancio, infatti, si fa riferimento alla possibilità di far ricorso ad operazioni di cessioni di diritti alle prestazioni sportive di calciatori proprio in questa eventualità, considerando inoltre la ridotta liquidità del sistema conseguente all’emergenza Covid-19.