Il campionato di Serie A è iniziato ed è iniziata nuovamente la battaglia alla pirateria, con un ulteriore colpo assestato al sistema delle Iptv illegali. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Gorizia ha condotto un’operazione, denominata “Evil Web”, che ha portato al sequestro di 58 siti, 150 domini e 18 canali aperti su Telegram, i quali contano oltre 80 milioni di accessi annuali (circa il 90% del traffico pirata sul fronte audiovisivo ed editoriale in Italia). Le indagini sono partite dal Friuli Venezia Giulia e si sono estese anche in Puglia e in Emilia Romagna. Gli inquirenti, inoltre, hanno scovato altro materiale in Germania, in Olanda e negli Stati Uniti.
Da ormai un anno, la Lega Serie A è in prima linea nella battaglia contro la pirateria, come dimostra la campagna #stopiracy, lanciata in particolare contro beoutQ, l’emittente che trasmette illegalmente in streaming e via satellite in Arabia Saudita e Medio Oriente. La Serie A, inoltre, fa parte di una coalizione composta dalle altre principali leghe europee nella lotta alla trasmissione illegale delle partite. Esattamente un anno fa, sempre grazie ad un’operazione della Guardia di Finanza, è stata oscurata la piattaforma online Xtream Codes, che poteva contare un’audience di circa 5 milioni di abbonati solamente in Italia.
I danni causati dalla pirateria per i mancati introiti nelle casse della Serie A, stando a quanto stimato dalla stessa Lega un anno fa, superano i 200 milioni di euro, mettendo a rischio quasi seimila posti di lavoro. Per quanto riguarda le Iptv, inoltre, va ricordato come non siano solo i gestori delle piattaforme a rischiare, ma anche gli utenti. La Cassazione, nell’aprile 2018, ha negato l’archiviazione della posizione di uno degli abbonati ad un servizio illegale, sulla base di quanto previsto dalla legge sulla protezione del diritto d’autore: le pene vanno da una multa (da 2500 a 25 mila euro) alla reclusione da sei mesi a tre anni.