Belgio, il Club Brugge rinvia l’offerta pubblica per la quotazione in Euronext

Il Club Brugge ha rinviato l’offerta pubblica iniziale da 75 milioni per la propria quotazione in Euronext. Una scelta dovuta alle “attuali condizioni di mercato”, stando a quanto dichiarato dal presidente Bart Verhaeghe: “Abbiamo deciso di rinviare l’offerta pubblica iniziale del club – ha dichiarato il numero uno del club belga -. È ovviamente un peccato, ma siamo positivi per il futuro. Il Club Brugge sta facendo bene sia sul piano finanziario, sia su quello organizzativo che su quello sportivo e ha l’ambizione di migliorare ogni giorno. Adesso ci concentreremo pienamente sulla vittoria del nostro quarto campionato in sei anni. Il rinvio dell’offerta pubblica iniziale non avrà effetti sulle nostre attività quotidiane. Voglio ringraziare i nostri tifosi per il loro sostegno e la loro fiducia”.

A metà marzo, i campioni in carica della Jupiler Pro League hanno annunciato la propria intenzione di lanciare un’offerta pubblica iniziale per l’ammissione al mercato Euronext Bruxelles, primo club belga a tentare l’ingresso in borsa e diciassettesimo club di area Uefa a mettere le proprie quote nel mercato azionario. Un’operazione che porterà la controllante, Grizzly Sport Nv (guidata dal presidente Verhaeghe), a lasciare parte del proprio pacchetto azionario, pari al 95% delle quote della società, mantenendo comunque il controllo della maggioranza. La quotazione del club fa parte di un piano per raccogliere risorse finanziarie in vista del progetto per la creazione del nuovo stadio da 40 mila posti. Il Club Brugge intende infatti abbandonare il Jan Breydel Stadion, ristrutturato nel 1998 in vista degli Europei disputati due anni dopo in Belgio e Olanda. L’opera verrebbe a costare circa 100 milioni di euro.

Nel 2020, il Club Brugge ha chiuso il bilancio con 120 milioni di ricavi operativi, un Ebitda di 61 milioni e un utile netto di 24 milioni, nell’anno che ha visto i nerazzurri vincere il campionato. Nel primo semestre dell’esercizio attualmente in corso, nonostante le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria per la pandemia di Covid-19, il club ha evidenziato una “resilienza finanziaria” con un “bilancio in salute, con una posizione finanziaria netta positiva al 31 dicembre 2020”. Tra le principali fonti di ricavo dei belgi, ci sono i proventi televisivi, in aumento grazie al contratto siglato dalla Pro League con Eleven Sports per la trasmissione delle partite del campionato di massima serie: un accordo da 103 milioni a stagione fino al 2025 per la lega belga.

Il Belgio calcistico, però, attende novità su una riforma votata favorevolmente all’unanimità da tutti i club, ovvero la fusione con l’Eredivisie in quella che si chiamerà Beneleague. Un progetto già esistente in altri sport (hockey e pallamano, basket dalla stagione 2021/22) e che nel calcio femminile è stato accantonato nel 2015 per mancati accordi economici. Secondo un rapporto Deloitte dello scorso anno, un’eventuale joint venture tra i principali tornei di Belgio e Paesi Bassi potrebbe generare tra i 250 e i 400 milioni di ricavi televisivi. Anche l’Eredivisie, come la Pro League, ha però ceduto i diritti del proprio campionato fino al 2025. Una scadenza che potrebbe segnare il futuro del calcio nei due paesi.