La Uefa perde oltre 800 milioni di ricavi e i conti per il 2020 si chiudono ancora una volta col segno meno. La federazione calcistica europea ha registrato perdite complessive per 73,9 milioni di euro e di conseguenza ha ridotto anche i proventi da distribuire ai club: dai 3,1 miliardi del 2018/19 ai 2,4 miliardi della passata stagione, cercando comunque di mantenere invariata la quota destinata alle partecipanti alla Champions League. Da 1,976 miliardi si passa a 1,922 miliardi di euro per l’ultima edizione della massima competizione continentale, in cui si sono disputate meno partite a causa del Covid-19, con la soluzione inedita della “final four” di Lisbona in gare di sola andata. La vittoria finale non ha permesso al Bayern Monaco di incassare l’assegno più corposo, pur portando a casa 125,5 milioni di euro. Meglio ha fatto solo la finalista perdente, ovvero il Paris Saint-Germain, con 126,8 milioni.
Tutta questione di market pool. La Francia ha una quota maggiore rispetto alla Germania e deve pure dividerla tra meno club. Dei 58,7 milioni destinati alle società di Ligue 1, il Psg si è riservato una fetta pari a 25,5 milioni, col resto da spartire tra Lione e Lille. Il Bayern, invece, dal market pool ha ottenuto solo 12,5 milioni, sui 44,3 previsti per le quattro partecipanti provenienti da Bundesliga (loro, il Borussia Dortmund, il Bayer Leverkusen e l’Rb Lipsia). I bavaresi, come quota di mercato, hanno dunque ottenuto meno della metà rispetto ai francesi, compensando solo parzialmente tale divario con i premi legati al coefficiente (33,2 contro 27,7 milioni) e con quelli legati ai risultati sportivi: circa 2 milioni in più per la fase a gironi e altri 4 milioni di differenza per la vittoria della Champions.
Alle italiane vanno poco meno di 250 milioni di euro complessivi per la loro partecipazione alla Champions League. Il club che ha fatto più strada è l’Atalanta, ma è quello che ha incassato di meno. La Juventus si è assicurata 84,1 milioni di euro nonostante l’eliminazione agli ottavi (l’anno prima, uscendo ai quarti, il premio è stato di 95,6 milioni). La quota è così suddivisa: 15,25 milioni di base, 29,9 milioni per il coefficiente Uefa, 16,6 milioni di market pool (su un totale di 51,1 milioni per la Serie A), 15,7 milioni per i risultati nella fase a gironi e 9,5 milioni per l’accesso agli ottavi. Segue il Napoli, con 63,7 milioni: sempre 15,25 di base a cui aggiungerne 15,5 di coefficiente, 14,1 di market pool, 11,6 per la fase a gironi e 9,5 per gli ottavi. L’Atalanta, giunta fino ai quarti all’esordio in Champions, vede i suoi 56,5 milioni così suddivisi: 15,25 di base, 3,3 di coefficiente, 13,1 di market pool, 6,8 per i gironi e 20 milioni tra ottavi e quarti. L’Inter, infine, ha ottenuto 44,5 milioni per la massima competizione continentale (15,25 di base, 16,6 di coefficiente, 7,4 di market pool e 6,8 per i gironi), ma vanno aggiunti i 16,9 milioni derivanti dal cammino in Europa League, giunto fino alla finale persa contro il Siviglia, per un totale di 61,4 milioni.
La quota suddivisa per nazioni vede, limitatamente alla Champions League, vede la Serie A come ultima delle top five leagues. Tutte le altre hanno preso di più: la Liga in vetta con 333,4 milioni (100,3 per il Barcellona, 91,5 l’Atletico, 80,8 per il Real Madrid e 60,8 al Valencia), seguita dalla Premier League con 316,6 milioni (94,7 al Manchester City, 79,6 al Liverpool, 78,6 al Chelsea e 63,7 al Tottenham) e dalla Germania con 298 milioni (oltre al Bayern campione d’Europa, il Lipsia con 68,7 milioni, il Borussia Dortmund con 65,3 milioni e il Leverkusen con 38,6 milioni). Poco sopra le italiane, si trovano le francesi, pur con una squadra in meno: il Paris Saint-Germain, però prende da solo quasi quanto Olympique Lione (91,2 milioni) e Lille (36,4 milioni), per un totale di 254,4 milioni destinati alla Ligue 1. In totale, le top five leagues hanno ottenuto dalla Champions League 1,459 miliardi di euro, su 1,9 miliardi di premi complessivi.