Cina, la crisi di Evegrande mette a rischio il Guangzhou di Cannavaro

La crisi di Evergrande colpisce il calcio cinese e in particolare il Guangzhou Zuqiu Julebu, una volta noto proprio come Guangzhou Evergrande, poiché controllato dal colosso immobiliare asiatico. Il club, allenato da Fabio Cannavaro, ha chiesto al governo un aiuto per garantire la sopravvivenza nella Chinese Super League. Non si tratta della prima società a rischiare il fallimento in Cina a causa delle difficoltà dei propri investitori. È quanto successo in estate al Jiangsu, campione in carica, costretto a sospendere le attività calcistiche per via del disimpegno da parte di Suning. Al momento, Evergrande non sembra voler abbandonare il Guangzhou, ma la crisi attraversata in questo periodo potrebbe aprire nuovi scenari sia per una delle società più vincenti del calcio cinese (8 campionati vinti dal 2011 al 2019 più due Champions League d’Asia) oltre che per la stessa lega.

La richiesta di aiuto da parte dei vertici del club, più precisamente dal general manager Gao Han, è già stata inviata alle autorità locali. Allo stato attuale, non è ancora possibile formulare ipotesi su quella che sarà la risposta del governo cinese. Di certo, negli ultimi anni, il Guangzhou è stata fonte di perdite per Evergrande, che ha comunque potuto contare sul ritorno pubblicitario dato dalla possibilità da dare il proprio nome alla squadra. Da questa stagione, invece, la federcalcio cinese ha vietato l’utilizzo di nomi legati alla proprietà o sponsor. Nel 2019, il club ha riportato perdite per 1,9 miliardi di yuan (circa 250 milioni di euro), cifra di poco superiore rispetto al passivo da 1,8 miliardi di yuan dell’anno precedente. La pandemia, inevitabilmente, ha peggiorato i conti sia di Evergrande che del Guangzhou.

E dire che in passato, proprio il club controllato da Evergrande è salito in cattedra nell’era delle grandi spese nel calcio cinese. Nel 2012 ha ingaggiato Marcello Lippi come allenatore, poi seguito da Cannavaro, ma dall’Italia ha pescato anche tra i calciatori: Diamanti e Gilardino, nel 2014, hanno giocato nella Chinese Super League proprio tra le fila della squadra di Guangzhou. Tra i principali acquisti, invece, si registrano i nomi dei brasiliani Paulinho (dal 2015 al 2017 e dal 2018 al 2021) e Talisca (dal 2018 al 2021): il primo è stato inizialmente acquistato per 14 milioni dal Tottenham, venduto al Barcellona per 40 milioni e riacquistato per 42 milioni, il secondo invece, tra prestito e riscatto, è costato 25 milioni di euro dal Benfica. Il primo grande acquisto, però, è stato l’argentino Dario Conca, prelevato nel 2011 dal Fluminense, a cui è stato riconosciuto uno stipendio annuo da oltre 10 milioni di euro. All’epoca, il terzo stipendio più elevato nel mondo del calcio, dietro ai soli Messi e Ronaldo.

Dieci anni dopo l’acquisto di Conca, il Guangzhou è nei guai per via dei problemi di Evergrande. Un colosso ormai crollato, le cui azioni hanno perso il 90% del loro valore nel giro di 14 mesi, con i creditori che hanno anche respinto il piano di rinegoziazione del debito (oltre 300 miliardi di dollari, circa 260 milioni di euro). Sotto la sede di Shenzhen, intanto, vanno in scena proteste da parte di piccoli investitori che temono per i propri risparmi. In uno scenario del genere, la sopravvivenza del Guangzhou non può non essere a rischio. E in Cina, dopo aver perso il Jiangsu campione in carica, si fa largo la prospettiva di perdere pure il club più rappresentativo dell’ultimo decennio.