Il primo esercizio interamente influenzato dalla pandemia di Covid-19 fa registrare un calo minimo nei ricavi del Liverpool, che al 31 maggio 2021 chiude il proprio bilancio con un fatturato di circa 580 milioni di euro (487 milioni di sterline, 3 in meno rispetto al 2020) nonostante l’abbattimento dei proventi da stadio. Questo perché, il prolungamento della stagione 2019/20 della Premier League ha portato ad uno slittamento di parte dei ricavi previsti per quell’esercizio in quello successivo, specialmente per ciò che riguarda gli introiti televisivi. Solo quelli della competizione domestica, perché in campo continentale il Liverpool è stato eliminato dalla Champions League prima che l’emergenza sanitaria interrompesse l’attività fino ad agosto. Proprio ad Anfield, l’11 marzo 2020, si è giocata l’ultima partita senza limitazioni di pubblico prima che si passasse alle ormai note misure restrittive. Anche grazie al differimento dei ricavi televisivi, le perdite per il 2021 sono di 5,7 milioni di euro (4,8 milioni di sterline, contro i 46 milioni di un anno prima).
I ricavi dal botteghino sono calati del 95%, da 70 a 3 milioni di sterline, pari a 3,6 milioni di euro. Contestualmente, però, i proventi media sono passati da 201 a 266 milioni di sterline, al cambio poco meno di 317 milioni di euro. Questo, per l’appunto, a causa del prolungamento della stagione della Premier League oltre i termini della chiusura dell’esercizio 2019/20, il che ha portato a disputare nove gare nel periodo di riferimento del bilancio chiuso al 31 maggio 2021. In leggero aumento anche i ricavi commerciali (da 217,4 a 217,6 milioni di sterline, pari a 259,1 milioni di euro) nonostante la chiusura dei negozi, dei tour dello stadio e del museo. Sono state però annunciate in totale 13 nuove partnership, tra cui Nike, Expedia, Amazon, Quorn e SC Johnson. Questo periodo ha visto anche vendite da record per quanto riguarda i kit ufficiali, con un aumento delle transazioni via mobile dell’89% nel negozio online del club. Sono stati inoltre aperti tre nuovi negozi fisici in Thailandia e Singapore.
Andy Hughes, amministratore delegato del Liverpool, ha dichiarato: «Questi ultimi risultati dimostrano il significativo impatto finanziario della pandemia globale di Covid, che ha colpito tutte le aree dell’attività. Abbiamo lavorato molto duramente in questi ultimi anni per portarci in una posizione finanziaria davvero forte e sostenibile. Nonostante un periodo molto difficile e incerto, i ricavi complessivi sono rimasti stabili, a dimostrazione della solidità finanziaria sottostante dell’attività. È stato un momento senza precedenti dentro e fuori dal campo. La nostra squadra maschile ha vinto il 19° titolo ed è stato un risultato davvero fantastico, ma non avere tifosi allo stadio con cui condividere il momento non era come volevamo. Anche la nostra squadra femminile continua a crescere e il duro lavoro e i cambiamenti strategici nella sezione femminile stanno vedendo una sfida per la promozione alla WSL in questa stagione».
Fuori dal campo, la proprietà del Liverpool ha proseguito gli investimenti nelle strutture del club, a partire dal rinnovamento di Anfield: «Il continuo supporto della nostra proprietà – prosegue Hughes – ha visto oltre 130 milioni di sterline investiti in infrastrutture negli ultimi tre anni e siamo lieti dei grandi progressi compiuti nel progetto di espansione di Anfield Road, che vedrà la capacità di Anfield salire a 61.000, da completare nel 2023. È imperativo, tuttavia, continuare a vivere con i nostri mezzi e operare nel rispetto dei regolamenti del calcio e del fair play finanziario. Ma continueremo a reinvestire dentro e fuori dal campo per rafforzare ulteriormente la nostra posizione e competere ai massimi livelli in tutto il club. Speriamo di avvicinarci alla fine della pandemia, ma la nostra priorità rimane quella di mantenere le persone al sicuro. Continueremo anche a fare un ottimo lavoro nella comunità per supportare coloro che vivono ad Anfield e nei dintorni e in tutta la regione della città, in particolare coloro che sono stati colpiti dalla pandemia».