Figc: blocco del mercato per chi utilizzerà il Codice per la crisi di impresa

Blocco del mercato per i club che non rispettano gli indicatori di controllo e per chi aderisce alla ristrutturazione del debito e agli strumenti riconosciuti dal Codice per la Crisi di Impresa. La Figc prosegue nel “percorso virtuoso volto al contenimento dei costi e al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario del calcio professionistico italiano”. A ribadirlo è il presidente Gabriele Gravina nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio Federale odierno che ha approvato all’unanimità il nuovo sistema delle licenze nazionali 2024-2025.  “Le nuove licenze sono passate all’unanimità e prevedono il blocco di mercato per chi non rispetta l’indice di liquidità e per chi aderisce alla ristrutturazione del debito e agli strumenti riconosciuti dal Codice per la Crisi di Impresa”, ha spiegato il presidente della Figc.
I casi di Sampdoria e Genoa
Questo strumento è stato utilizzato ad esempio da Genoa e Sampdoria che hanno ridotto in particolare la loro esposizione verso il Fisco.
A settembre 2023 usando l’istituto della cosiddetta ‘transazione fiscale’, la società blucerchiata ha concordato con l’Agenzia delle Entrate una falcidia del sessantacinque per cento dei debiti, ridotti quindi da 50 a circa 17 milioni di euro.
Ad ottobre il Genoa che aveva un debito con il Fisco di oltre 106 milioni di euro, ha raggiunto un accordo per pagarne 37,2, al netto dei ricalcoli della liquidazione automatica e di eventuali altre evenienze. Considerati gli importi già pagati da luglio – 4,4 milioni di euro – e le ritenute Irpef del 2021 già operate ma non versate – 7,8 milioni di euro – il residuo di 25 milioni è stato suddiviso in venti rate semestrali, con la prima da versare entro quindici giorni dall’omologa degli accordi di ristrutturazione. Esattamente come per la Sampdoria, anche per il Genoa il credito delle Entrate è garantito “dal pegno sul marchio del Grifone che la società si è impegnata a costituire entro 30 giorni, insieme al pegno sull’archivio storico del Genoa, tra le più antiche squadre del panorama del calcio professionistico italiano”.
Per quanto utili ad evitare il fallimento delle società è però evidente che il ricorso a questi strumenti rischia di alterare la leale competizione sportiva danneggiando i club che sono in regola con i pagamenti verso il Fisco e gli altri creditori.
Le altre novità
Tra le novità del consiglio federale figurano anche l’anticipo del termine per l’iscrizione ai campionati professionistici, fissato al 4 giugno 2024 (solo per le società finaliste dei play off di Serie B e di Serie C il termine è fissato all’11 giugno), l’introduzione, in alternativa alla garanzia fideiussoria, del deposito a garanzia del cosiddetto escrow account e la fissazione al 29 maggio per l’individuazione di uno stadio adeguato da parte delle società partecipanti ai play off di Serie B e Serie C.  Il presidente ha quindi ricordato alle componenti la necessità dell’Assemblea Straordinaria per la modifica dello Statuto convocata per il prossimo 11 marzo, con l’obiettivo di eliminare il cosiddetto diritto d’intesa che blocca di fatto ogni possibile percorso di riforma. “Serve un cambiamento radicale sul modo di vedere il nostro ruolo nel sistema, che non siano più ruoli di componente ma di sistema, anche attraverso rinunce. L’abolizione del diritto di intesa è uno di quei messaggi che vogliamo mandare”, ha detto Gravina.
“Conservatorismo? Quello è tipico del mondo del calcio – ha sottolineato – è dal 2012 che mi ostino a presentare proposte poi puntualmente respinte. L’ultimo progetto risale al 2022, non è pensabile che il 2,6% di una componente (11 società come in B) possa bloccare un percorso di crescita del cacio italiano. Basterà la metà più 1 per cambiare le norme. Smontare questa sorta di arroccamento”.
Decreto Crescita
In conferenza stampa il presidente federale si è soffermato anche sul Decreto Crescita in via di abolizione dal 2024: “Il mio interlocutore è il ministro per lo Sport, che ho visto lunedì e che mi ha parlato di un’eliminazione della norma in modo graduale. Il tetto del milione di euro ha generato qualche effetto positivo, ma serve ancora un approfondimento. Con Assocalciatori e componenti professionistiche vogliamo confrontarci per trovare una mediazione”. Parole che non sono piaciute alla Lega, fonti del partito di Salvini hanno sottolineato che “è assurdo che in un momento di difficoltà per tante famiglie italiane, qualcuno pensi a fare sconti fiscali agli atleti stranieri che guadagnano milioni”.