Diego Armando Maradona sceglie dunque di aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali. La sanatoria è stata appena allungata fino al 31 marzo 2014. Ma “ballano”, per così dire, ancora 8 milioni. La differenza tra gli 11 milioni circa sui 40 relativi al debito maturato in questi 25 anni, ai quali si ridurrebbe la cartella grazie alla “sanatoria” sugli interessi di mora varata con la legge di Stabilità per il 2014,
e i 3 milioni (per i quali potrebbero intervenire degli sponsor) che invece l’avvocato di Maradona, Angelo Pisani, ha dichiarato di voler pagare.
Il Pibe de Oro, nel ribadire la sua innocenza ha infatti inoltrato a Equitalia un’istanza di autotutela ed un’eventuale adesione alla sanatoria in caso di prova del suo “presunto” debito originario di 6,2 milioni di euro (la cifra che l’Agenzia impone oggi è lievitata fino a 40 milioni di euro proprio con gli interessi di oltre 3000 e al giorno). Maradona ribadisce di non essere un evasore fiscale, “perché la violazione fiscale non è mai esistita per nessuno del calcio Napoli e perché non ho mai ricevuto accertamento e cartella fiscali originari: circostanza per cui non io potevo presentare a suo tempo alcun ricorso a differenza di Ferlaino, Careca ed Alemao che dimostrarono anche per Maradona l’infondatezza della ipotesi del fisco negli anni 80”.
Maradona con la richiesta appena depositata si mostra disponibile ad accedere ad una via transattiva per l’estinzione del presunto debito in caso di dimostrazione da parte di Equitalia e del fisco del “titolo generatore” e cioè della cartella originaria, “atti fino ad oggi mai saltati fuori e che a dire di Maradona provano la sua assoluta innocenza e gli errori della burocrazia fiscale”.