Poi dice che il liceo classico non serve. Chi sa il greco, potrà acquitare schede e decoder dalle pay tv della Penisola ellenica e godersi i campionati di calcio europei (serie A, Premier, Bundesliga e Liga) a prezzi scontatissimi. Karen Murphy ha infatti vinto, dopo quella davanti alla Corte di Giustizia Ue, anche la causa davanti all'Alta Corte di Londra. Quindi, per chi è più smaliziato tecnologicamente, potrebbe a breve riaprirsi al stagione dei pacchetti tv "discount".
La vicenda del Red White and Blue. Nel suo pub di Portsmouth Karen Murphy usava una scheda greca da 800 sterline all'anno – contro le 700 al mese dell'abbonamento Sky – per trasmettere le partite della Premier League. Dopo aver ricevuto una multa da 8mila sterline, la Murphy ha battagliato fino alla Corte di giustizia Ue. Che le diede ragione nell'ottobre del 2011. Adesso è arrivato per lei il via libera anche dell'Alta Corte di Londra.
Le conseguenze. Il caso potrebbe ora scatenare una revisione del procedimento di vendita dei diritti Tv del calcio in tutta Europa. Su questo punto, però, uno dei giudici ha espressamente precisato che le complesse questioni legali legate, in generale, alla trasmissione delle partite dovranno essere decise "più avanti". In effetti, bisognerà fare i conti con i contratti già firmati. La seria A incasserà dal 2012 al 2015 circa un miliardo all'anno. Ma nel medio-lungo termine la decisione dei giudici europei potrebbe scatenare una corsa al ribasso dei prezzi.
La Corte di Giustizia europea. Nell'ottobre scorso la Corte Ue ha stabilito che: "È contrario al diritto dell'Unione un sistema di licenze per la ritrasmissione degli incontri di calcio che riconosce agli enti di radiodiffusione un'esclusiva territoriale per Stato membro e che vieta ai telespettatori di seguire le trasmissioni con una scheda di decodificazione in altri Stati".Un duro colpo ai principi di territorialità e di esclusività dei diritti televisivi. L'intervento dei giudici di Lussemburgo era stato richiesto dalla High Court britannica per decidere appunto sulle cause intentate dalla Premier League contro i proprietari di alcuni pub inglesi che, per risparmiare, utilizzavano schede e decoder acquistati da una pay-tv greca. Salvo il commento in greco per il pubblico dei pub non c'era altra differenza. La Corte ha ribadito che "una normativa che vieti l'importazione, la vendita o l'utilizzazione di schede di decodificazione straniere è contraria alla libera prestazione dei servizi e non può essere giustificata né per tutelare i diritti di proprietà intellettuale né per incoraggiare l'affluenza del pubblico negli stadi".
Concorrenza europea. Per i giudici Ue gli incontri sportivi non sono "creazioni intellettuali", mentre "il versamento di un supplemento da parte delle emittenti televisive per assicurarsi l'esclusiva" è contrario ai principi del mercato unico perché "tale pratica può condurre a differenze di prezzo artificiose". Dunque, viva la concorrenza fra le emittenti televisive satellitari europee, che avranno un bacino d'utenza molto più ampio di quello finora definito su base nazionale. Anche le Leghe potranno far leva sul pubblico europeo per vendere i diritti sui campionati. E per quelle con maggiore appeal potrebbero scapparci anche maggiori introiti. Staremo a vedere.