Generalmente si dice che il rapporto tra calcio e finanza sia ancora “immaturo”. A giudicare dall’andamento che ieri hanno avuto i titoli di Juventus e Roma, in giornate “calde” dal punto di vista del calciomercato, forse bisognerebbe ricredersi. Il clamoroso divorzio tra il club bianconero e l’allenatore del tre scudetti consecutivi, Antonio Conte, non ha lasciato strascichi a Piazza Affari. Le azioni juventine hanno infatti chiuso con un -0,98% a quota 0,22 (per un capitalizzazione di 226 milioni e un rendimento di +15% nell’ultimo anno). Viene premiata la scelta di rigore della società che non ha ceduto alle “pressioni” della piazza e dell’ex tecnico (sostituito da Massimiliano Allegri) di acquisti troppo dispendiosi per salvaguardare un bilancio messo sotto pressione dalle precedenti campagne acquisti che hanno prodotto, come certificato dalla trimestrale 2014, un incremento del costo del personale per 16,5 milioni e un aumento dei debiti per circa 40 milioni (senza contare i 15 milioni in meno incassati dalla stagione europea 2013/14). Per la Roma, invece, l’acquisto da 24,5 milioni (22 + 2,5 legati a bonus) del giovane attaccante argentino Iturbe, sommato all’oneroso e complesso avvio dell’operazione stadio, è costato in Borsa un -16%, con il titolo quotato a 0,50 euro (per una capitalizzazione pari a 80,6 milioni). L’esborso (a meno di compensazioni con prossime cessioni eccellenti) è sembrato forse eccessivo a fronte di un bilancio 2014 per il quale si prevede « una significativa perdita economica, seppur con un miglioramento notevole rispetto al 2012/2013» quando si è chiuso con un rosso di 40 milioni.
(Dal Sole 24 Ore del 17 luglio 2014)