Puma chiude il secondo trimestre del 2104 col segno negativo, confermando le stime che prevedevano un crollo sia nel fatturato che nell’utile netto. I risultati, anzi, sono peggiori di quanto pronosticato: l’utile netto è crollato a 4,2 milioni nel secondo trimestre, segnando un -76,2%, mentre il fatturato è sceso del 5,8%: dai 692,3 milioni di euro dello stesso periodo nel 2013 agli attuali 652,2 milioni. Risultati negativi ma che comunque si confermano in linea con le aspettative, che prevedono una ricrescita nella seconda metà dell’anno grazie a nuovi accordi di sponsorizzazione.
Le stime effettuate da Bloomberg e da Reuters si aggiravano tra i 654 e i 657 milioni di ricavi complessivi nel trimestre preso in esame, mentre di poco sopra alle aspettative è il risultato operativo: 12,6 milioni di euro contro i 10,4 milioni previsti da Reuters. Magra consolazione, considerando che il dato resta in pesante calo rispetto al periodo analogo nell’esercizio 2013 (-59,7%). A confermare le aspettative non proprio rosee per Puma è il CEO Bjorn Gulden: “I risultati trimestrali sono stati in linea con le aspettative. Il 2014 sarà un anno di ripresa per Puma, il marco troverà il suo posto sul mercato per un ritorno a medio termine a una crescita redditizia sostenibile”.
Dati che, per quanto in linea con le previsioni, stonano con gli investimenti fatti di recente da Puma, soprattutto nel mondo del calcio. L’attesa principale per l’azienda tedesca, sponsor tecnico della Nazionale italiana tra le altre, era tutta per il Mondiale disputato in Brasile, dove ha lanciato una nuova linea di scarpe. Fuori dall’ambito Nazionali, invece, Puma ha siglato un accordo con l’Arsenal per 38 milioni di euro annui fino al 2020. Un contratto che permette al club londinese di piazzarsi tra le prime tre squadre europee per valore della sponsorizzazione tecnica, alle spalle di Real Madrid e Manchester United, da poco passata ad Adidas grazie ad un accordo da circa 94 milioni annui.