Un mese di tempo per salvare il Palermo. L’allarme lo lancia la società di revisione Baker Tilly Revisa, incaricata per la revisione legale del bilancio del club siciliano: “Secondo il piano finanziario predisposto dalla società vi sono evidenti difficoltà per far fronte alle obbligazioni in essere a partire dal mese di gennaio 2019”. Il tutto mentre la cessione dell’intero pacchetto azionario annunciata da Zamparini rimane un’incognita, perché gli acquirenti londinesi non sarebbero quelli che si sono presentati in conferenza stampa, bensì un’altra società con 100 sterline di capitale, la Sport Capital Group Investments. Nulla di rassicurante, eppure l’appello del revisore è diretto anche a loro: “Riteniamo che siano comunque indispensabili nel breve periodo nuovi interventi di sostegno da parte dell’attuale azionista di riferimento o di eventuali nuovi soci o un anticipo nell’incasso del credito verso Alyssa rispetto alla scadenza concordata”.
In poche parole: i soldi o li mette Zamparini, o li mettono questi inglesi ancora avvolti dal mistero. Altrimenti si deve iniziare a riscuotere quanto dovuto da Alyssa, la holding lussemburghese che fa riferimento allo stesso Zamparini, alla quale è stata ceduta per 40 milioni la società detentrice del marchio Palermo, ovvero Mepal. Un intricato giro di cessioni all’interno della stessa famiglia per generare una plusvalenza finita nel mirino della Procura di Palermo. In realtà, nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2018, sono arrivati i primi pagamenti di Alyssa, tant’è che il credito si è ridotto a 22,8 milioni. Peccato che proprio lo scorso 30 giugno sia scaduta una rata da 2,8 milioni e non sia stata saldata. Il 23 luglio la società “si è attivata per richiedere formalmente il pagamento” ad Alyssa, che una settimana dopo “riscontrava la superiore richiesta con interlocutoria”, finché il 15 ottobre il collegio sindacale riceve “una ulteriore nota nella quale si ribadiva che Alyssa avrebbe onorato i pagamenti pattuiti”. Firmato: Maurizio Zamparini, riferimento di Alyssa, che ha garantito il pagamento a Maurizio Zamparini, proprietario del Palermo.
Che il futuro del club rosanero giri attorno al credito da riscuotere totalmente entro il 30 giugno 2019 è palese. Anche per questo era stato “prudenzialmente accantonato l’importo di euro 5.000.000”, azione già annunciata dalla società pochi giorni dopo la riunione del Cda dello scorso 29 giugno. Questo accantonamento viene appostato “a tutela del credito Alyssa”, stando a quanto pubblicato in un comunicato ufficiale del 2 luglio. Ebbene, questo fondo non risulta più nei conti della società, perché la stessa “ha ritenuto che siano venute meno le motivazioni che avevano determinato tale scelta”. C’è da dire che con questo accantonamento il passivo del Palermo non sarebbe stato di 5,2 milioni come risulta nel bilancio 2018, bensì di 10,2 milioni di euro, cifra che dinanzi ad un capitale sociale di 13,5 milioni avrebbe costretto Zamparini a ricapitalizzare. Si torna quindi al punto di partenza, a quell’allarme lanciato dalla società di revisione. Nel mentre, da Londra l’unico azionista a muoversi è tale John Michael Treacy, componente della Sport Capital Group Investments. Tramite il fondo Eight Capital, di cui è direttore, ha acquisito circa il 15% delle quote di Pelican Mining House plc, società che cambierà a giorni il proprio nome in Sport Capital Group e dirotterà i propri interessi sul calcio. Investimento totale: 150 mila euro. Da qui a gennaio servirà ben altro, soprattutto se gli inglesi dovranno accollarsi il debito di Alyssa.