“Stiamo costruendo una struttura per il futuro, non semplicemente una squadra di stelle”. Questa frase dello sceicco Mansour, risalente al 2008, campeggia in un muro all’ingresso dell’Academy del Manchester City. Un progetto ambizioso, da oltre 200 milioni di sterline, che quando ha preso vita nel 2012 sembrava dovesse essere il preludio ad una replica della Masia del Barcellona. Tutto questo ben prima che arrivasse Guardiola, che conosce bene la filosofia blaugrana e l’importanza di una “cantera” ad alti livelli, anche per un club che ambisce a primeggiare in Europa. Sei anni dopo, il progetto multimilionario sta dando i suoi benefici, ma non esattamente nel modo che ci si poteva attendere. L’Academy del Manchester City è diventata infatti una macchina di plusvalenze senza precedenti per un settore giovanile. Se da un lato i Citizens stanno trovando materiale da prima squadra, dall’altro lato hanno monetizzato al massimo grazie alla cessione di alcuni dei prospetti più promettenti del calcio europeo. L’ultimo di questi, pochi giorni fa, lo spagnolo Brahim Diaz: il Real Madrid l’ha riportato in patria per 15 milioni di euro, cifra che non rappresenta nemmeno un record per un giocatore cresciuto nelle giovanili celesti.
Dal 2016 a oggi, il vivaio del City ha superato i 100 milioni per la cessione dei propri gioielli. Il più pagato è stato il nigeriano Iheanacho, prelevato nel 2014 per l’Academy e promosso un anno dopo in prima squadra, con prestazioni convincenti. Nel 2017 l’ha prelevato il Leicester per 25 milioni di sterline, metà di quanto incassato in tutto l’anno per la vendita dei propri prodotti del settore giovanile. In totale, infatti, l’incasso dell’Academy nel 2017 è stato di oltre 50 milioni: ai 25 di Ineanacho si aggiungono i 14 del Villarreal per Unal (acquistato a 2 milioni nel 2015), i 4,5 milioni del Celtic per Ntcham e i 7 milioni spesi dal Borussia Dortmund per Sancho, che oggi vale almeno dieci volte tanto. Alle spalle di Ineanacho, come cessione più remunerativa per il vivaio del City, si piazza proprio Diaz, venduto a 15 milioni come Gunn nel 2018, passato al Southampton. Nello stesso anno sono stati ceduti Maffeo allo Stoccarda per 10 milioni, Angelino al Psv Eindhoven per 5,5 milioni, Celina allo Swansea per 3 milioni e Kongolo all’Heerenveen per 0,8 milioni. Una girandola di giovani che ha fatto tappa anche in Italia: nel 2016 fu l’Udinese ad investire su un giovane dell’Academy del City, mettendo sul piatto circa 3,5 milioni per Fofana. In estate i friulani ne hanno rifiutati 14 per cederlo.