La Premier League e i suoi club hanno deciso all’unanimità di sospendere l’accordo con il partner televisivo russo Rambler con effetto immediato. Il portale web deteneva i diritti di trasmissione in streaming delle partite della Premier League in diretta tramite il suo servizio over-the-top Okko, dopo essersi assicurato i diritti regionali esclusivi sulla massima serie del calcio inglese per le tre stagioni a partire dal 2019/20. Quella attualmente in corso, dunque, è l’ultima prevista dal contratto, i cui termini economici non sono stati resi noti, ma dovrebbe aggirarsi sui 6 milioni di sterline annui (7,2 milioni di euro). La Premier League, ancora una volta, «condanna fermamente l’invasione russa dell’Ucraina».
La rescissione del contratto con Rambler non è l’unica decisione presa dai club della massima serie inglese nell’assemblea di ieri, in merito al conflitto in Ucraina. Tra le altre decisioni assunte all’unanimità, c’è la donazione da un milione di sterline (1,2 milioni di euro) a sostegno del popolo ucraino attraverso il Disaster Emergency Committee, per fornire aiuti umanitari direttamente a chi ne ha bisogno.
Nei giorni scorsi, la Premier League ha mostrato il proprio supporto all’Ucraina anche nel corso delle partite. Tutti i capitani dei club hanno indossato fascette speciali con i colori della bandiera ucraina e i tifosi si sono uniti a giocatori, dirigenti, ufficiali di gara e staff del club in un momento di riflessione e solidarietà prima del calcio d’inizio di ogni partita. I maxi schermi hanno mostrato la scritta «Football Stands Together» con sullo sfondo dei colori blu e giallo della bandiera ucraina. Queste parole sono state riportate anche sui pannelli a bordo campo, durante le partite.
Nel calcio inglese, sono già diverse le partnership sospese o annullate a seguito degli eventi che coinvolgono la Russia. Il Manchester United ha terminato l’accordo di sponsorizzazione con la compagnia aerea Aeroflot, mentre l’Everton ha annunciato aver sospeso gli accordi con le compagnie russe USM, Megafon e Yota, tutte legate all’oligarca russo Alisher Usmanov, socio dell’azionista di riferimento del club, Farhad Moshiri. Ha deciso infine di mettere in vendita il Chelsea un altro oligarca finito nel mirino, Roman Abramovich, che ha dichiarato la propria intenzione di cedere il club londinese senza chiedere il pagamento dei prestiti da 1,5 miliardi di sterline forniti ai Blues nel corso degli oltre 18 anni in cui è stato proprietario.