I progressi del calcio italiano nel giro di dieci anni portano il giro d’affari a circa 13,7 miliardi di euro. È quanto evidenziato dal ReportCalcio, lo studio della Figc sviluppato in collaborazione con Arel e PwC presentato alla Camera. Una crescita che supera il 50 per cento nel giro di un decennio per l’intero sistema calcio, con la “fetta” di maggior rilevanza rappresentata dal settore professionistico. Un trend in controtendenza rispetto al Sistema Paese, con un fatturato che negli ultimi due anni è cresciuto in media del 6,1 per cento all’anno, mentre il prodotto interno lordo italiano non supera il 2 per cento.
Bilancio in perdita di 379 milioni. Il fatturato aggregato della Serie A, nel corso degli anni, è passato dagli 8,5 milioni di euro del 1920/21 ai 2,2 miliardi di euro del 2014/15, stagione in cui la massima serie ha comunque registrato una perdita di 379 milioni (+104% rispetto alla stagione precedente, in cui il rosso raggiunse i 186 milioni dopo tre anni di calo costante). In contrazione anche l’Ebitda, da 397 a 255 milioni di euro (peggior risultato dal 2010/11), considerando solo diciannove bilanci per il fallimento del Parma. Il livello di indebitamento è di fatto raddoppiato, mentre l’indebitamento medio per club è salito da 155 a 157 milioni. Nello specifico, i debiti finanziari sono aumentati del 16,8%, come conseguenza “di una mancanza di liquidità”. Diminuisce del 3,9% il valore complessivo della produzione (da 2.229 a 2.210 milioni di euro), così come le plusvalenze (-25,2%, da 443,2 a 331,7 milioni) mentre crescono i ricavi televisivi (da 987,1 a 1.031 milioni di euro) e da attività commerciali e sponsor (+4,9%, da 344,2 a 360,9 milioni). In crescita anche i ricavi dal botteghino (+15,3%, da 192,3 a 221,7 milioni), pur registrando un calo di presenze negli stadi.
Problema stadi: 8,4 milioni di posti invenduti. Solo in Serie A si supera il 50% di riempimento negli stadi, mentre gli impianti in Serie B e in Lega Pro restano mediamente vuoti per oltre metà dei posti a disposizione. In Serie B la media di riempimento è del 41%, in Lega Pro si scende fino al 24%. La massima serie, pur avendo una percentuale superiore, mostra dati penalizzanti rispetto ai principali campionati europei: sono 8,4 milioni i posti invenduti nel 2014/15, contro gli 1,3 milioni della Bundesliga e gli 1,4 della Premier League.
Costi in aumento. I costi della produzione aumentano da 2.438 a 2.498 milioni (+2,5%) e da 121,9 a 131,5 milioni mediamente per club (+7,9%). Nello stesso periodo il costo del lavoro è passato dai 1.187,7 milioni della stagione 2013-2014 ai 1.235,6 attuali (+4%), ma, analizzando il dato medio per club, si sale da 59,4 a 65 milioni (+9,5%). Nel 2013, infine, il calcio professionistico ha prodotto una contribuzione pari a 895,1 milioni di euro, che diventano 1.020,6 milioni considerando anche il gettito erariale sulle scommesse sul calcio e 1.052,9 milioni includendo anche i dati relativi alla contribuzione fiscale della FIGC e del calcio dilettantistico e giovanile.