Follia ultrà a Marassi e il “gioco delle scimmiette”

"Intervenire in certe circostanze può produrre danni di gran lunga superiori. Può darsi che il sistema non abbia funzionato ma sarebbe semplicistico addossare tutta la responsabilità alla polizia". Per il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, in merito agli incidenti
del 'Ferraris' che hanno costretto l'arbitro Tagliavento a sospendere Genoa-Siena. Insomma, per il ministro, "va guardata tutta la struttura dello stadio. La polizia ha agito con molto equilibrio stiamo approfondendo vari aspetti e le responsabilità. Sappiomo chi sono e abbiamo tutte le testimonianze".

Abete. Il calcio e lo sport italiani s'interrogano, intanto, sul da farsi. "È tempo di una assunzione di responsabilità rispetto al percorso che il mondo del calcio deve fare nei prossimi anni", ha detto per esempio il presidente della Figc Giancarlo Abete:  "Quello che è successo ci pone degli interrogativi a cui daremo delle risposte nel Consiglio Federale di venerdì prossimo, dove parleremo di tutela della salute e lotta alla violenza, a coloro che inquinano lo sport in maniera inaccettabile. La vera violenza di ieri non è stata l'interruzione della partita, perchè è già accaduto ed il rischio c'è sempre; quello che non si può accettare è la resa con la consegna della maglia, era meglio che la partita fosse stata sospesa. Dobbiamo capire – ha proseguito il numero uno della Federcalcio – che la battaglia per la legalità passa non solo per la lotta contro i violenti, ma anche contro l'omertà: dobbiamo far comprendere che la dimensione delle tre scimmiette non va più bene. In queste situazioni si facciano nomi e cognomi, bisogna andare al cuore del problema. E poi bisogna avere la dimensione del ruolo che si ha. Se i nostri soldati sono impegnati in realtà difficili, non si può avere la preoccupazione di 50/100 soggetti che fanno della violenza la loro vita. Bisogna capire che quando si ha un ruolo, si hanno onori e responsabilità. E tra queste, c'è quella di combattere i violenti. Bisogna seguire la strada di Ghandi sulla non violenza e segnalare tutte quelle situazioni per prevenire certi episodi e contrastare così questi violenti. Io non intendo accusare nessuno, ma raccontare correttamente i fatti. Come da norme, a gestire la situazione allo stadio di Marassi da un certo punto in poi è stato il funzionario dell'ordine pubblico, certo non l'arbitro».

Beretta. "Sarebbe molto importante dimostrare che chi si macchia di colpe del genere, sia chiamato a rispondere in maniera molto pesante e molto diretta. Intanto bisogna applicare con la massima severità tutte le norme esistenti. Non è sufficiente squalificare il campo, bisogna riuscire a fermare questi facinorosi che creano un danno al calcio, al Genoa e all'immagine di questo mondo", ha dichiarato il presidente della Lega Maurizio Beretta.

Petrucci. Di un "punto di non ritorno" ha parlato invece il presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Lo sport viene rovinato dagli esaltati e da certi presidenti di società, peraltro condannati che dettano l'etica. Non so se ci si rende conto di quello che sta succedendo a una parte del mondo del calcio. Una settimana fa avevano un dramma. C'era un impegno, ma ieri sembrava non fosse successo nulla. Abbiamo dato dimostrazione di come si può rovinare lo spettacolo più bello del mondo. Ben ha fatto Abete ad utilizzare parole durissime. Siamo a un punto di non ritorno. Come possono pensare certi presidenti che un'organizzazione che ha un'immagine straordinaria nel mondo possa essere rovinata da esaltati, da trattative in campo, da giocatori che si tolgono in campo la maglia. Ma si può andare avanti così? I presidenti sono convinti che loro dettano le regole, ma non è così. La Federcalcio applicherà le regole, e il Coni starà accanto a chi prenderà queste decisioni. Ma come fanno certi presidenti anche condannati che parlano di etica?. Ho informato il ministro dello Sport, Piero Gnudi, sulle iniziative che il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, prenderà nel consiglio federale di venerdì".