Un anno e otto mesi all'ex ad della Juve Antonio Giraudo, riconosciuto responsabile di associazione per delinquere e di un episodio di frode sportiva (Juventus- Udinese 2-1, campionato 2004/05) e assolto da altre due presunte frodi (relative a Udinese-Brescia e Juventus-Lazio).
È quanto stabilito dalla quarta sezione della Corte di Appello di Napoli (presidente Maurizio Stanziola) al termine del processo di secondo grado con rito abbreviato di Calciopoli (quello principale, che vede imputato tra gli altri Luciano Moggi, comincerà il 24 maggio 2013 davanti alla sesta sezione e della Corte di Appello).
Ecco nei dettagli il dispositivo della sentenza. Giraudo è condannato alle spese sostenute dalle parti civili, ovvero la Figc (Federazione giuoco calcio), dal Bologna Football Club, dall'Atalanta liquidate in complessivi 5000 euro e La Casa del Consumatore per complessivi 3000 euro. Per le ulteriori sanzioni civile viene confermata la sentenza di primo grado emessa nel 2009 dal gup Eduardo De Gregorio.
Sono stati assolti, in base al secondo comma dell'articolo 530 (insufficienza di prove) l'ex presidente dell'Aia Tullio Lanese, Tiziano Pieri e Paolo Dondarini (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a due anni, due anni e quattro mesi, e due anni di reclusione). La Corte ha infine respinto l'impugnazione del pg Carmine Esposito nei confronti di una serie di imputati che erano stati assolti in primo grado: Stefano Cassarà, Marco Gabriele, Duccio Baglioni, Gianluca Rocchi, Giuseppe Foschetti, Alessandro Griselli e Domenico Messina (il pg aveva proposto condanne dai due a un anno e 4 mesi di reclusione). Per tutti dunque è stata confermata la sentenza di assoluzione emessa in primo grado. Respingendo le impugnazioni del pg, la Corte ha anche escluso l'aggravante contestata a Giraudo di essere uno dei promotori della presunta associazione per delinquere. L'ex dg della Juve è riconosciuto dunque un partecipe del sodalizio e non un promotore.