Abodi: “La serie B non vuole diventare una A2, ma è necessario aprire altre finestre per i ricavi”

"Non vogliamo essere presuntuosi, non vogliamo diventare una A2 ma non vogliamo nemmeno che l'essere di serie B diventi un giudizio definitivo. Vogliamo dare una dignità a una categoria, che se la merita sul campo e per quello che fa fuori dal campo». Il presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, rivendica con orgoglio quanto fatto in questi anni a partire dai giovani, vera 'mission' del campionato cadetto.  "La media é scesa sotto i 24 anni - spiega – non é che giovane é bello ma sicuramente un giovane che viene curato, valorizzato in un contesto tecnico dove può esprimersi può rappresentare il consolidamente della nostra missione oltre che, dal punto di vista economico, rappresentare una speranza per la serie B, che ha bisogno di risorse".  La B dunque non aspira a raggiungere la serie A: "Siamo diversi per volumi economici e il nostro obiettivo é cercare di mettere in sicurezza i conti, far sì che le società siano a posto perché una società in regola é meno vulnerabile e può investire meglio. Un confronto con la A non é proponibile, pensiamo piuttosto a un modello di complementarietà. Il gap esiste e si trasferisce dalla dimensione economica a quella tecnica. Quando i soldi mancano, scarseggiano, bisogna usare l'ingegno e usare il massimo della fantasia. C'é bisogno del coraggio degli allenatori, della pazienza di presidenti e tifosi e di programmazione, perché le cose non nascono dal nulla".

Un passo necessario sarà la riduzione della B a 20 squadre, aggiunge Abodi, ma "serve l'accordo con le altre Leghe, ancora non é successo ma deve succedere per il bene di tutti. Un torneo a 22 squadre é troppo, la stagione é così compressa che non ci permette di fare altre attività, penso alla rappresentativa della serie B, o di fermarci qualche volta in più. Dobbiamo tutti interrogarci, campionato per campionato, sul numero giusto di squadre". Per frenare il calo di spettatori, "stiamo sviluppando una serie di iniziative per migliorare l'ospitalità degli stadi, per avere una maggiore facilità di accesso: il nostro obiettivo é più numerosi possibili in uno stadio sicuro». Lo stadio insomma é uno degli strumenti per rendersi meno dipendenti dai diritti tv. "Aprire altre finestre per i ricavi é la sfida per il futuro".