Mourinho batte Herrera 13 a 0,6: il confronto “rivalutato” degli ingaggi dei super-allenatori

Quando all’inizio degli anni 60 a "El Mago", Helenio Herrera, fu proposto di allenare l’Inter di Angelo Moratti e di lasciare il Barcellona, con cui aveva vinto due campionati e due Coppe delle Fiere, chiese all’emissario il triplo degli stipendi dei suoi colleghi: 50 milioni di lire all’anno.
L’antagonista per eccellenza di Herrera, il "Parón" Nereo Rocco, quando vinse la prima Coppa dei campioni con il Milan a Wembley, nel ’63, percepiva in effetti 15 milioni di lire e arrivò a un emolumento stagionale di 50 milioni solo nel ’74 quando passò alla Fiorentina.
Stipendi che impallidiscono in confronto ai super-assegni incassati oggi dal gotha mondiale degli allenatori. Nella graduatoria dei tecnici più pagati, spiccano i 13 milioni di euro versati dal Chelsea allo "Special One" Josè Mourinho e dal Real Madrid a Carlo Ancelotti, i circa 10 milioni annui con cui il Bayern Monaco è riuscito a persuadere Pep Guardiola, strappandolo all’anno sabbatico trascorso a New York, e quelli che l’ex commissario tecnico dell’Italia campione del mondo nel 2006, Marcello Lippi, ricava in Cina guidando il Guangzhou.
Lo stipendio di Herrera degli anni 60 oggi varrebbe poco meno di 600mila euro, già un lusso rispetto ai circa 170mila euro "rivalutati" concessi dal Milan a Rocco, ma poco meno di un ventesimo delle odierne star della panchina. Nemmeno i migliori tecnici dell’attuale Serie A se la passano male se paragonati ai due miti degli anni 60-70. Antonio Conte, Rafa Benitez e Walter Mazzarri guadagnano intorno ai tre milioni di euro, 15 volte quello che riceveva Rocco per alzare, tra le altre cose, due Coppe dei campioni.

Del resto, anche il tecnico che ha vinto tutto in Italia e in Europa con la Juventus nel decennio 1976/86, Giovanni Trapattoni, non andava oltre una retribuzione di 100-150 milioni di lire a stagione (mediamente tra i 200mila e i 250mila euro rivalutati).
Un salto di qualità negli ingaggi degli allenatori italiani si è avuto solo agli inizi degli anni ’90, quando al "rivoluzionario" Arrigo Sacchi sono stati affidati prima il Milan e poi la Nazionale a fronte di un assegno da un miliardo di lire (che oggi varrebbe circa 900mila euro). Mentre lo stipendio alla Juve di Marcello Lippi all’alba degli anni Duemila è salito a 1.500 milioni di lire a stagione, equivalenti a poco più di un milione di euro nel 2013.

(Dal Sole 24 Ore del Lunedi)