Parma, il ritorno in A fa balzare il fatturato: superata la soglia dei 60 milioni

Il primo anno in A del Parma targato Nuovo Inizio-Link International si è chiuso in rosso, nonostante l’aumento esponenziale sul fronte dei ricavi. Una perdita per circa 9,4 milioni di euro, da imputare principalmente agli ammortamenti, oltre che al conseguente aumento dei costi con il salto di categoria. Gli emiliani, nel giro di un anno, hanno portato il proprio fatturato da poco meno di 11,5 milioni a 60,2 milioni di euro, ma i costi restano superiori ai ricavi: da 33,7 a 68,4 milioni, nel passaggio dei ducali dalla Serie B alla massima categoria.

Il ritorno in Serie A ha avuto un significativo impatto sul valore della produzione. I diritti audiovisivi rappresentano la principale fetta nella torta dei ricavi: dagli 1,4 milioni ottenuti in Serie B (da neopromossa), il Parma ha portato tale voce a “pesare” per ben 35,6 milioni nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2019. Raddoppiano i ricavi commerciali, che sfiorano i 9 milioni di euro, mentre i ricavi dalla biglietteria si attestano a circa 4 milioni, contro gli 1,7 milioni della stagione precedente. La cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori ha fruttato invece quasi 6 milioni di euro, quasi interamente legate alle vendite di Gabriel Brazao all’Inter (plusvalenza di 3,6 milioni) e Galano al Pescara (plusvalenza di 1,8 milioni).

Per quanto riguarda i costi, il passaggio repentino alla massima serie ha comportato una serie di inevitabili spese per rendere l’organico all’altezza dell’obiettivo salvezza, raggiunto senza patemi dalla squadra di D’Aversa. Ciò ha avuto riflessi evidenti sugli ammortamenti, passati da 2 a 7,15 milioni di euro, nonché sui costi del personale. La retribuzione lorda dei tesserati, nella stagione 2018/19, è stata pari a 33,6 milioni di euro, contro i 16,2 milioni del precedente esercizio. Vanno inoltre aggiunti il contributo corrisposto a Lega B e Lega Pro per i passaggi di categoria (3 milioni complessivi) e gli investimenti destinati al miglioramento delle strutture, con l’acquisizione del centro sportivo di Collecchio e le relative manutenzioni, così come i lavori allo stadio Tardini.

“A livello di conto economico – si legge nella nota del Parma – la società ha rispettato gli obiettivi di budget approvati dal Consiglio di Amministrazione nel Dicembre 2018, chiudendo l’esercizio con un margine lordo/EBITDA in sostanziale pareggio (-1 milione rispetto ai -20 milioni della stagione precedente) prima degli ammortamenti, che portano ad un risultato di esercizio prima delle imposte negativo per Euro 8,2 Milioni. Per la prima volta dalla costituzione si è generato in capo alla controllante Parma Calcio 1913 un carico fiscale IRAP, pari a Euro 1,1 Milioni. La Società presenta al 30 giugno 2019 un indice di liquidità significativamente migliorativo rispetto al 30 giugno 2018, principalmente in ragione degli apporti di capitale che hanno comportato nel corso dell’esercizio un afflusso di risorse finanziarie pari a Euro 16,5 milioni. Il patrimonio netto al 30 Giugno 2019, inclusa la perdita di esercizio, è positivo”.

Lo scorso luglio, infine, è stato approvato dal Cda ed avviato a implementazione il Business Plan 2019-2022, basato principalmente sugli investimenti per l’acquisizione di calciatori di proprietà e l’abbassamento dell’età media della rosa. Gli azionisti si sono impegnati a garantire l’immissione di risorse per 25,5 milioni nel prossimo biennio (17 milioni nella stagione 19/20 e 8,5 milioni nella stagione 20/21). Nuovo Inizio S.r.l., ovvero la holding che detiene la maggioranza delle quote del Parma, ha inoltre effettuato nel mese di settembre un versamento a titolo di finanziamento soci di importo pari a 9 milioni, che verrà convertito in capitale entro il 31 gennaio 2020, tramite un aumento di capitale a cui si è impegnato a partecipare pro-quota anche il socio Link International.